Friday 30 November 2007

Mudanza Day|

Finalmente sto andando via da questa casa da matti. Inizia una nuova vita, a fresh start.
Abbiamo già tutti i mobili, devo solo riempirli.
Passerò il fine settimana ad assettarmi nella nuova casa.

Sicuramente un cambiamento in positivo!

Wednesday 21 November 2007

Perdidos

Asi nos encontramos perdidos entre los cambios de la vida. Pero esto es lo que nos acrece y es parte de la vida.
Aun sigo buscando algo mas, un poquito de paz,
aun empiezo a vivir todas las mańanas al levantarme
No quiero a nadie y no volveria atràs.

Tuesday 20 November 2007

La mia dieta

Cosi oggi ho passato la sesta serata a bere tisane e a scrivere il mio blog. Dopo un'altra giornata di digiuno, tra lo stress del lavoro ed il pensiero del cibo.
Quello che mi costa dippiu è digiunare al mattino, quando solo posso prendere una tazza di nescafe mescolata con questa polvere proteica che mi ha prescritto il dietologo. Nada mas!
A proposito del dietologo la prossima volta che lo vedo gli chiederò se si definisce un sadico nella vita di tutti i giorni.
Dovrei farne 21 giorni senza sgarrare di un minimo. Non so se ce la faccio. Con tutte le preoccupazioni che ho al momento per la ricerca casa.
Non so vorrei che a questo punto mi scendesse in terra un angelo benedetto
a togliermi tutti i pensieri, tutte le grane

Wednesday 14 November 2007

rimpianto

Dovevamo arrivare fino alla fine del mondo per guardare dentro noi stessi
per dirci le cose che non si dicono per convenienza
nella vita di tutti i giorni
nelle abitudini che ci rendono felici
per arrivare agli estremi della pobreza umana

Adesso che stai li rinchiuso in una cassa di legno
ritornato a bere da un ruscello di silenzi
ripenso a tutte le volte che ho pensato di dover scrivere le nostre conversazioni
e poi non l'ho fatto
e mi dico che questo è un rimpianto

West side

I fear am going to the west side
but the sun is always out there

Trying to make the good times
balance the bad rides

Keeping up to promises
keeping it real

Damnt am I not keeping it real

Tuesday 13 November 2007

Stanchezze

e ci si ritrova cosi soli, in una terra straniera. Altri usi, altri idiomi da capire. Le giornate passano lente, con lo stress del lavoro.
Ci si sente addosso la stanchezza del viaggio, il non avere più una casa. Ci si ritrova immobili ascoltatori di ritmi cubani. Ma qui non ci sono i palmizi, ma il viento de la sierra.
E non si finisce mai di imparare le relazioni umane.

Monday 12 November 2007

Vacanze in Italia


Visto che il rientro dalle vacanze in Italia è sempre uno strappo che mi prende settimane per ricucire preferisco raccontarlo con le foto delle mie CIACCARELLE preferite!
When words won't say I'll try to tell with pictures of my favourite sweethearts!

Sunday 21 October 2007

Escapade to Barcelona




Thursday night I came back from work, switched on my laptop and checked my email to see if there were any news about my house hunting. I found out that I had won a return flight to any vueling destination for the week end. So I decided to organize a last minute escapade to Barcelona to see my friends Steve and Eoin. I booked the flight for Friday and only when I received the confirmation email I realized that I had booked the 6am flight! I tried to change it but it would have cost me €100. So I decided that I had to accept the consequences of my mistake. That meant that I didn't go to bed on Thursday night. Went to see my friend Ashley in La Latina, and then took the taxi to the airport. So it was a photo opportunity for the new Terminal of Barajas airport! It was 3am when I got there. The boarding time was 5.30am.
So got to BCN, went to Steve and Eoin's place and spent the next 4 hours sleeping. On Friday evening we went for dinner and on to a gay club called Metro. Where the drinking got a bit out of hand... Hey but what the hell, not every week end I am in Barcelona having a good time with my friends. Anyway I paid the price next day. Infact on Saturday we only had the energy to have a walk to the waterfront and then go back home cook dinner and watch Apocalypso. We were in bed by 10.30.

Tuesday 9 October 2007

My first time in Dublin


The grey sky and the green landscape are welcoming me when I arrive on Friday night. But they’re silent and unseen, is 8pm and the Dubliners are lining the streets for the cash machines before they go on with their business of spending as much as they can on their drinks.
I go for a walk in the Temple Bar area but pushed away by the amount of tourists I end up in a pub a little South of Connelly’s street. There’s live Irish music and I attract the attention of a group of Danish old men, who like me have just arrived in Dublin for the weekend.
Another old man invites me to dance and talks to me in a strange language I don’t understand. Then finally a girl shuts him up, and tells him not to talk to me in Gaelic, since am a foreigner. That’s my first night in Dublin.
Next day the sun is shining, believe it or not, and I explore the city. I take a few pics of the Central Post Office, the Halfapenny bridge and the statues of James Joyce and Molly Bloom. I have a stroll at St Stephen’s Green and wonder around the shops in Grafton Street.
A young student with the cutest accent gives me and a group of people a tour of Trinity college, and the book of Kells. And he makes me realize that it makes sense that a country that has such an ancient tradition of veneration for books has also such a big literary tradition.
I can’t help walking the streets and imagine how it must have looked like when James Joyce was living here and writing The Dubliners.
Dublin is poor. This is the first thing I thought when I arrived. It has all the Georgian and Victorian buildings that one would see in London. Only doesn’t have the same wealth. But that is if your thinking of money wealth.
One only needs to spend a few hours in one of its many pubs, talking to the locals and listening to their music to understand that the wealth they have is of a different kind. They hug you and offer you a Guinness as if you had been their friend for ages. And they talk to you in their cute accent and you fall in love with them.
The landscape outside of Dublin, that I got to see doing the “Celtic Experience” tour is as green as can be. As Ireland is. And there’s a sense of peacefulness in their venerated cemeteries, where the ancient Celtic crosses are. Or on Tara Hill and where all the legends have shaped the land and united generations of Irish, proud of their history and of their country.
The evening that I spent at the O’Donoghue’s after 5 minutes I had met a group of old folks, that were singing along with the musicians and taking their Guinness business very seriously. A man called Mick talked to me all night of his work experience as an extra in the Tories BBC series. I will have to look out for him if I ever get a chance to see that.
This morning when I had the last walk around Connelly’s street before I took the 16A bus to the airport, the sky was gloomy and the people were busy going to and from their workplaces. I wondered if I d come back and if I’ll get the chance to see a bit more of the country. Next time I hope to go to Galloway.

Sunday 30 September 2007

Domenica in standby

E così anche questa domenica l'ho passata in gran parte a letto per cercare di recuperarmi dal sabato sera. Venerdi sera sono stata a vedere l'ultimo film di Michael Winterbottom, A Mighty Heart, insieme a Pedro, a cui capita sempre di vedere film scioccanti, o molto tristi insieme a me. Per fortuna il resto del tempo lo passiamo ridendo e scherzando in italiano/spagnolo/inglese.
Ieri invece ho passato una giornata estenuante di shopping, alla ricerca di una giacca che all'improvviso si è resa necessaria visto che la temperatura è scesa di almeno 10 gradi.

Sabato sera mi sono incontrata con Ashley, un ragazzo di Londra, insegnante di inglese, che avevo conosciuto al concerto degli Orishas. Era un sacco di tempo che non sentivo parlare in Cockney. Ashley è un East-London boy, e lo si nota dal numero di F-words nel suo colloquiare. Molto divertente per me anche se mi chiedo cosa insegni ai bambini!
Come la maggioranza delle persone di colore vive in Lavapies, il quartiere a piu larga immigrazione di Madrid. Infatti dopo aver trascorso un po di tempo a Malasana, abbiamo incontrato Debora in Plaza 2 de Mayo, che si è unita a noi per andare a bere un mohito, raccomandato da Ashley, in un bar gestito da cubani in Lavapies.
Li l'atmosfera bohemian e il numero di mohitos hanno contribuito ad una serata intensa, di cui ricordo che ad un certo punto mi sono ritrovata a cantare "Alla fiera dell'Est" ad un ragazzo spagnolo le cui uniche conoscenze di italiano erano limitate a quella canzone. Poi "a una certa", come direbbe Giulio, ce ne siamo andate a piedi a casa di Debora. L'intezione era di rinfrescarci e poi andare alla Sala Low a ballare, dopotutto erano solo le 4.30. E le intenzioni c'erano tutte, ma proprio il corpo ha detto di no. E stamattina mi sono svegliata sul divano di Debora, e ho dovuto raccogliere tutte le energie che mi rimanevano per alzarmi e farmi il viaggio in metro per tornare a casa.
Mancano solo 5 giorni per Dublino!

Monday 17 September 2007

Lunes 17 de Septiembre




Senza fretta l'estate ci sta sfuggendo dalle mani. Anche se in giorni come questo con 26° è difficile a dirsi. Presto dovremo indossare dippiu e dippiu e prima di saperlo cadranno i fiocchi di neve. Io ho già preso il primo raffreddore della stagione. Sono stata alcuni giorni senza voce ma ora pian piano vado recuperandola.

Sono stata de juerga parecchio negli ultimi weekends. Ir de juerga è un espressione spagnola che descrive cosa si fa qui a Madrid. Ovvero si fa tardi. Quando sono stata fortunata sono ritornata verso le 5 con il bus notturno. In altre occasioni ho dovuto aspettare la prima metro delle 6 e passa. Venerdì e sabato insomma ultimamente sono dedicati ad esplorare le discoteche ed i locali notturni dove si svolge la famosa movida madrilena.... e la domenica ovviamente a recuperare il sonno perduto.

Sono anche stata a qualche evento un pò più culturale... un concerto di musica classica al Matadero. Suonava l'orchesta nazionale spagnola e c'erano i fuochi d'artificio sincronizzati alla musica. Molto spettacolare. Gli ingressi erano limitati, ed il biglietto mi è stato offerto da Mercedes, una amica spagnola che ho conosciuto a Café Madrid. Era l'8 Settembre, lo stesso giorno del V day. Al quale non sono piu andata perchè il comune non aveva dato l'autorizzazione per la manifestazione. Infatti due mie amiche che ci sono andate hanno trovato quattro gatti. Insomma non è stata un successo.

Faccio il conto alla rovescia per il 5 Ottobre, perchè vado 4 giorni a Dublino! Era ora di vedere Dublino, dopo averlo pianificato per anni e non averlo mai messo in pratica...

Mi è arrivato un pacco da Michiel, con alcune cose mie e soprattutto le foto. Quanti ricordi. 6 anni di vita raccolti in un anonimo cd.

Infatti la foto che ho rispolverato risale ad un lontano week end del 2006 passato in Cornwall. Paesaggi indimenticabili!

Monday 3 September 2007

Settembre è qui

Oggi si nota in metro e per strada che tutti sono rientrati dalle vacanze e sono più aggressivi e depressi di prima. La gente corre, è scortese, è di mal umore perchè non vede altre vacanze in prospettiva e bisogna pensare solo a lavorare, a ricominciare la palestra, a pagare le bollette ecc.
Oggi sono andata per la prima volta in palestra e non è stato un buon inizio. Sono andata al corso di aerobica ma piu che aerobica mi è sembrato un corso avanzato di danza moderna, per cui non l'ho trovato molto utile. L'istruttore piu che preoccuparsi della performance del gruppo sembrava voler semplicemente mostrare quanto era bravo e andava avanti anche se il resto della classe non lo seguiva.
Sono uscita con un certo senso di insoddisfazione perchè, dopo tanti mesi che non facevo aerobica, non mi sono divertita perchè non riuscivo a seguire la coreaografia. Come del resto la maggioranza del gruppo.
Quindi ho già deciso che cercherò di evitare questo istruttore e fare altri.
Sono tornata a casa e Jose, il coinquilino, è tutto stressato per il suo lavoro e ha cominciato a cercare pretesti per discutere con me. Uff sono stanca di dover insistere per far valere la mia opinione. Devo trovare un modo di riposare mentalmente. Cercare di ignorarlo o dargli sempre ragione. Voi che mi consigliate? Nessuna delle due è molto semplice.
Credo che una tecnica sarà quella di passare quanto piu tempo possibile fuori casa, in palestra o facendo altro. In modo da evitare il problema alla radice...
Argggggg oggi è solo lunedi!

Monday 20 August 2007

Ferragosto a Madrid










Se non ho tempo di aggiornare il blog è in realtà buon segno. Perchè sono troppo impegnata a vivere piuttosto che pensarci su...Sono successe diverse cose dall'ultima volta. E' venuto a trovarmi Guglielmo da Mercatosseverino/Milano, e siamo andati in giro con il suo amico brianzolo Teo e la mia collega palermitana Rita. Di notte abbiamo esplorato Malasaña e Chueca. In giro per locali come nella migliore tradizione salernitana. Di giorno invece siamo andati in giro per negozietti e anche loro si sono fatti prendere dalla shoppingmania. Soprattutto non hanno potuto resistere alle magliette di un negozietto indiano che avevo scoperto in Plaza Santa Cruz. Gli ho fatto assaggiare i montaditos, il pulpo alla gallega e siamo anche andati a provare un ristorante indiano, non male ma certo non paragonabile a quelli di Brick Lane.
La settimana scorsa finalmente ho cambiato casa e per fortuna non dovrò mai piu vedere la faccia di quel bastardo del proprietario di casa, che non mi ha restituito tutti i soldi della caparra. Una bestia piu che una persona. Spero di cancellarlo presto dalla mia mente.Adesso sono nella nuova casa di Alfonso XIII, ancora non ho ottimizzato gli spazi nella mia stanza ma per quello ci sarà tempo. Adesso è venuta a trovarmi mia sorella quindi ho altro da fare. Ieri siamo state al Rastro e poi al Prado. Sabato sera invece siamo andate al concerto Viejos Aires al Templo di Debod. L'ultimo concerto gratuito della rassegna Verano de la Villa e anche uno dei piu belli. Tango che sconfina nel jazz. Veramente suggestivo, considerando anche lo scenario.

Tuesday 24 July 2007

Ricordi

Ogni tanto ho dei flashback dal Sudamerica. Strano come con il passare del tempo le circostanze e i posti si dimentichino e soprattutto i volti delle persone, e rimangano solo alcuni particolari. Del Messico ricordo i pavoni liberati sulla spiaggia di Cozumel al tramonto o le farfalle che volavano dappertutto e che si posavano anche su di noi, stesi al sole ad asciugarci.
Mi sono ricordata di una sera a Bariloche in Argentina. C'era stato il black out e sono dovuta salire a piedi al 10 piano del palazzo in cui era il nostro ostello. Dalla terrazza si vedeva la città alla sera, priva di luci elettriche. E siamo usciti per le strade buie. C'era un atmosfera da festa e siamo stati a mangiare in un ristorante italiano, a lume di candela ovviamente. Si poteva appena leggere l'etichetta del vino che abbiamo ordinato ed il ristorante era pieno, abbiamo dovuto aspettare un bel pò prima di essere serviti.
Lo scorso fine settimana sono stata in piscina a Lago, una fermata della metro vicina a Casa del Campo, ovvero vicina ai giardini del palazzo reale. E' stata una giornata di relax e di sole. Tante donne in topless e tanti tipi muscolosi in giro, alcuni davvero orribili, degli armadi, gay ovviamente. Sono andata con Marco, un collega di lavoro ed un suo amico. C'era un gruppo di sordomuti piuttosto numeroso, ultimamente se ne vedono molti a Madrid. Poi Marco mi ha fatto notare che al momento c'è una specie di raduno o convegno internazionale. Quindi immagino ci siano gruppi che arrivano da tutta Europa.

Tuesday 17 July 2007

Toledo






Il fine settimana passato è stato molto intenso. Venerdi sera ho mangiato i peperoni imbottiti al tonno e formaggio in un ristorantino vicino a Plaza de Oriente. Hmmm che buoni! Sono stata li insieme ad un amico conosciuto alle serate del Café Madrid. Abbiamo chiacchierato tantissimo in spagnolo-italiano e sono tornata a casa alle 2.30.
Il sabato mattina alle 9 ero gia sveglia, sono stata in giro tutta la giornata per i saldi, ho comprato gonna maglia e scarpe e poi il pomeriggio sono andata a pagare il deposito per la stanza nuova, in cui mi trasferisco per Ferragosto. Spero che starò meglio nella nuova casa. La condividerò solo con il proprietario, di 42 anni. Un uomo sicuramente molto originale, pittore nel tempo libero e agente immobiliario per lavoro.
Sabato sera insieme a lui e a Marco e Rita, colleghi di lavoro sono stata dinuovo in Plaza de Oriente perchè c'era la proiezione su maxischermo della Madam Butterfly di Puccini, diretta da Placido Domingo.
Non abbiamo visto nulla perche ci siamo seduti sul prato e gli alberi ostruivano la visione, e abbiamo ascoltato solo in parte perche abbiamo chiacchierato molto e ho conosciuto un po meglio il futuro coinquilino. Poi mi ha dato un passaggio in scooter a casa.
Domenica invece sono stata con Juan, il mio attuale proprietario di casa a Toledo. Lui ci doveva andare per incontrare un amico ed io ne ho approfittato per prendere un passaggio. Toledo è molto antica, circondata dalle sue mura e arroccata su di una collina. Anticamente era la capitale di Spagna. E si nota dalla ufficialità di molti edifici. Dalle dimensioni della sua cattedrale. Dal numero di turisti e di negozi di souvenir. Ce n'erano tantissimi che vendevano le armature di metallo, tipo crociati e spade e coltelli. Il paesaggio dei dintorni mi ha ricordato un pò la Toscana anche se la vegetazione è piu secca. Poi siamo stati invitati a pranzo da amici di Juan e a mia insaputa ho mangiato carne di cervo! Non l'avevo mica capito quando abbiamo ordinato che il venado era cervo.... Cmq una carne molto magra e tenera, non aveva un sapore particolare che facesse pensare a qualcosa di diverso dalla mucca.
Di ritorno a Madrid Juan mi ha portata al bar che lui frequenta di solito, ed ho conosciuto il simpatico barista portoghese e altri assidui frequentatori che come Juan amano "passarlo bien" lì a bere e chiacchierare.
Il tempo di tornare a casa, cambiarmi e poi andare al Patio de Comde Duque, dove c'era il concerto di Michael Nymann che alla fine ho deciso di non perdermi, nonostante costasse 30 euro. Che non è una cifra esagerata, solo che io sto mese sono in rosso...

Friday 6 July 2007

Estate



Il caldo, i saldi, un numero impressionante di negozi di scarpe, vetrine da vedere fino alla nausea, la confusione per strada, trovare gli indirizzi senza avere una mappa e camminare per le strade la sera, con il buio che non arriva mai, con la gente sempre seduta ai tavoli dei caffe all'aperto. Non so se con il passare del tempo ricorderò questo di Madrid.
Sto ancora cercando casa perchè €400 sono troppi per una stanza. E' vero che è grande e che la casa è stata appena ristrutturata ma sono convinta che se continuo a cercare prima o poi trovo qualcosa di meglio ad un prezzo piu ragionevole. Ieri la coinquilina venezuelana mi ha detto che il mese prossimo lei e il ragazzo se ne vanno. Hanno trovato un appartamento che condivideranno con una loro amica.
Speriamo che le persone che li sostituiranno saranno simpatici e soprattutto puliti e hispano hablanti...
Mercoledi sono stata al Cafe Madrid ad un incontro di "intercambio de idioma", per conoscere un po di gente e praticare lo spagnolo. E' andata anche meglio di come mi aspettavo. Ho parlato tutta la serata, un po in inglese, un po in italiano ma soprattutto in spagnolo, fino quasi a rimanere senza voce, visto l'ammontare di gente e di voci tutte raccolte in un locale (peccato non sia all'aperto). La cosa che piu mi ha stupita è che c'erano molti madrileñi. Io mi aspettavo di incontrare soprattutto inglesi, americani ecc. Credo che sia veramente utile per praticare la lingua e chissà che non ne vengano fuori delle belle amicizie.
Ci dovevo andare da sola, poi si è aggregato anche Marco, un collega di lavoro. Lui ha gia fatto conquiste, infatti ieri sera è uscito con una tipa che ha conosciuto lì.
Per questo fine settimana ho in programma di ritornare al Museo del Prado, questa volta visiterò il secondo piano. E poi sicuramente andrò al cinema. Ho anche intenzione di andare a comprarmi quella borsa carina, che mi piaceva tantissimo, nel negozietto del centro che vende cose orientali.
Quanto vorrei avere una casina tutta per me.... anche piccolissima, ma da arredare a mio gusto. Immagino che sia il sogno di tutti i precari come me.

Tuesday 3 July 2007

Madrid Gay Pride

Il modo migliore per conoscere una città è viaggiare in pullman o a piedi. Nella metro si ha una percezione del tutto falsata dello spazio e non si impara ad orientarsi focalizzando le piazze e le strade principali.
Dopo un po di tempo a guardare le informazione sulle fermate dei pullman ho finalmente trovato il pullman 146 che da Manuel Becerra, mi porta fino al cuore della città, plaza Callao. Passando per Gran Via, per Cibeles, e percorrendo Calle de Alcalà.
La settimana passata ho fatto delle passeggiate chilometriche dopo lavoro. Tornata a casa, dopo aver mangiato non avevo voglia di chiudermi in casa. E poi qui fa notte verso le 10 in questo periodo dell'anno. E cammina cammina ho scoperto che a due passi da casa mia c'è la Plaza de Toros, in cui mercoledi scorso si teneva il concerto dei Manà. Per fortuna non ci fanno solo le corride.
La sera successiva cammina cammina ho percorso la calle Doctor Ezquerdo e poi girato su calle O'Donnell che mi ha portato fino all'ingresso del Retiro, il grande parco di Madrid. Cosi ho scoperto che in 20 minuti ci posso arrivare a piedi.
Sabato invece ho camminato da quando sono uscita, verso le 6 del pomeriggio fino a quando sono tornata a casa alle 10.30. C'era la sfilata del Gay Pride. Migliaia se non milioni di persone riversate per strada. Sarà stato perchè era in concomitanza con l'inizio dei saldi ma la parata mi è sembrata una gran svendita di carne. Corpi curatissi, oliatissimi, tiratissimi. Muscoli in bella mostra. Tette scultoree, baci saffici ecc. A parte l'occasione per fare festa e divertisi, che ci sta sempre bene, non vedo di che cosa si debba essere orgogliosi. Io sono certamente d'accordo sulla difesa dei diritti degli individui, in cui rientra anche il diritto a vivere la propria sessualità liberamente e secondo i propri gusti e la propria natura. Ma il termine orgoglio mi sembra un po esagerato. Essere orgogliosi dei propri gusti sessuali? E perchè? E' come dirsi orgogliosi perchè ci piace il gelato piuttosto che i cavolfiori. Sono fatti tuoi se ti piace il gelato. Se sei convinto della tua scelta allora non hai bisogno di rivendicarla, perchè credo faccia parte di te come individuo, come persona e nessuno e niente puo portartela via.

Monday 25 June 2007

El Rastro

Venerdi di ritorno da lavoro ho trovato a casa il mio nuovo letto da una piazza e mezza e l'impianto del metano installato. Evviva:dopo una settimana di docce fredde!
Finalmente la mia stanza somiglia sempre meno ad una cella. Via la copertina da carcere. Sabato ho speso mezza giornata da Ikea a scegliermi le lenzuola ed una lampada. Si sa come va ad Ikea: ho comprato molto dippiu ed è stata dura tornare a casa con due bustone con due cambi di metro piu bus da fare. Persino l'autista del bus mi ha preso in giro.Quando ha visto che facevo fatica a salire sul pullman e ad infilare le buste tra le file dei sediolini, mi ha detto "comprado mucho eh?"
Ho avuto la sfacciataggine di finire una confezione di dolcetti svedesi alla cannella mentre ero li che aspettavo il pullman. Gli altri che aspettavano alla fermata avranno pensato che sono un ingorda. Infatti.
La lampada ci voleva proprio visto che in casa abbiamo dappertutto una illuminazione al neon da sala operatoria. Adesso si che ho voglia di ritornare a casa e di entrare nella MIA stanza.
Sabato sera invece sono stata al cinema a vedere Zodiac, mi stavo quasi per addormentare nel cinema, se non fosse stato per il pensiero di perdere l'ultima corsa della metro..
Domenica mattina sarà stata la sensazione del cotone fresco delle nuovissime lenzuola che mi ha fatto dormire fino a mezzogiorno. Giusto in tempo per svegliarmi e prendermi un passaggio in scooter dal padrone di casa, Juan. Che mi ha lasciato vicino al Rastro. Che bella che è Madrid, vista da una moto in corsa! Il Paseo del Prado tutto in fiore, le frotte di turisti che si rifugiano all'ombra degli alberi.
Il Rastro è il mercatino della domenica di Madrid. Un caldo, una confusione di gente e la tentazione, cui ho ceduto, di comprarmi un altra lampada, di quelle cinesi con i pannelli rossi e gli ideogrammi neri. Che fa molta atmosfera ma illuminazione poca...
Mi sa che sono arrivata troppo tardi. C'era un atmosfera di festa finita, anche i suonatori andalusi stavano andando via e solo un suonatore di cristalli, nell'aspetto polacco, intratteneva i turisti come me tardivi.
Mi sono un po persa per le stradine, e sono sbucata sulla Plaza Mayor, dove poco distante mi sono fermata a mangiare dei montaditos spettacolari. Poi sono tornata a casa per il troppo caldo. Le lenzuola hanno avuto lo stesso effetto soporifero e dalla lettura sono passata al sonno senza accorgermene. Mi sarò addormentata alle 6 e mezza del pomeriggio per poi risvegliarmi alle 11 di sera e scoprire che non avevo piu sonno.... Stamane è stata dura buttarsi giu dal letto.

Wednesday 20 June 2007

Ricomincio da Madrid

So che sarete tutti li ad immaginarvi che io sto abbrustolendomi al sole de España. Niente di piu lontano dalla realtà. Il cielo grigio mi ha seguito dall'Inghilterra. Qui è una settimana che fa freddino e lo scorso fine settimana ha piovuto quasi tutto il tempo.
In compenso domenica mi sono trasferita nella nuova casa, in Manuel Becerra. Un appartamento appena ristrutturato che condivido con una coppia di venezuelani ed il proprietario Juan, spagnolo. Se non altro mi servirà ad imparare la lingua. E poi mi farebbe troppa tristezza abitare da sola, visto che al momento di solitudine ne ho da vendere.
L'appartamento è al primo piano e ci sono le sbarre alle finestre. La vista non è molto allegra perchè dà sul cortile interno e si vedono i tetti e le mollette dei panni cadute e accumulatesi negli anni.
Ma la cosa più importante à che:
C'è il bidet!
Pavimenti con le mattonelle e niente moquette ammuffita.
Non ci sono bagni senza finestre.
Poi seguiranno le foto.
Ho iniziato a lavorare la settimana scorsa ma qui va alle lunghe. Ancora non ho tutti gli accessi e quindi non posso lavorare, devo solo passare le 8 ore. Indi c'ho pure il tempo di scrivermi il blog.
Le prime impressioni su Madrid sono positive. La gente è molto sorridente e socievole, le strade e le stazioni della metro sono pulite. Non ci sono mbriachi violenti che camminano per strada e ci si sente alquanto sicuri anche la sera tardi.
Lo scorso Venerdi sono stata a mangiare una pizza con i colleghi dell'ufficio. La pizza mi è costata 30 euro ma in compenso ho passato una bella serata e ho avuto modo di conoscere un po meglio i nuovi colleghi.

Saturday 16 June 2007

Starting from scratch in Madrid

Here I am in the heart of Spain. Getting lost in the narrow streets of la Chueca, the historic barrio of Madrid.
Trying to get familiar to the new city, the shops, the cinemas in Spanish language, the underground map and the chewing gum machines on the platforms.

The words I hear at work are not familiar to me though they are in Italian. It all have to do with finance. I spent a whole day registering with all the tools I am going to use, and still don’t know what am I going to use them for.
Before I know I will be doing whatever it is that I have to do for a living 8 hours a day and it will feel like I never did anything else before.

To get the NIE ( Numero de Estranjero) I had to queue for two days outside a government building together with the Romanians and South Americans coming to live here. They too looking for a new life. I have lived abroad for 6 years but never before have I lived such a kafkian impact with burocracy. No wonder Anarchy is a popular school of thought here in Spain.

After a week spent running up and down underground stations, trying to find my way on the map to locate the houses I went to look at, I found a place in Manuel Becerra. Pretty central but at the same time not far from the underground line that will take me straight to work. All around the street where the flat is cafes are full with Madrileños sipping their afternoon copas while looking at life passing by.
Tomorrow is the big day, moving to my new room. So I can get my clothes out of the suitcase and try to feel a bit more at ease.

Still a long way to go, but if I hang in there I will soon meet new friends and have places to go to and things to do that won’t give me time to looking back.

Saturday 7 April 2007

Ultimo giorno a Buenos Aires




Buenos Aires é la citta che piu si avvicina alle metropoli europee. Quello che la rende unica sono i suoi quartieri storici. Come San Telmo, dove ci sono gallerie d´arte e negozi di antiquariato che raccontano un passato di ricchezza e sfarzi.

Ieri abbiamo visitato La Boca. Uno dei quartieri piu malandati di Buenos Aires dove anticamente arrivavano gli immigranti italiani, soprattutto Genovesi. Che costruivano delle case improvvisate ricoperte di lamiere e con i residui di pittura delle navi con cui arrivavano, le abbellivano con dei colori vivaci. Oggi di quell´antico quartiere solo alcune strade sono preservate e ci sono caffe e negozi di souvenirs e spettacoli di tango per strada.


Nelle strade non turistiche, si vedono edifici malandati occupati dagli immigrati di adesso, soprattutto peruviani, che vivono in condizioni ottocentesche.

C´é poi anche lo Stadio Boca, una vera mecca per gli appassionati di calcio e soprattutto per i nostalgici di Maradona.


Oggi per contrasto abbiamo fatto una passeggiata alla Recoletta, il quartiere piu shick di Buenos Aires. E abbiamo visitato il cimitero dove sono sepolti tutti gli eroi della patria argentina, inclusa Eva Peron.


Stasera concluderemo con uno spettacolo di Tango in uno dei tanti teatri della cittá. E con l´ultima bistecca argentina.





Domani abbiamo il volo di ritorno a Londra (16 ore in aereo mentre voi mangiate i capretti e le uova di pasqua), e poi due giorni dopo io volo in Italia e Michiel in Olanda. Il cammino prosegue ma per altre strade, verso altri orizzonti.

Tuesday 3 April 2007

Notizie dalla fine del mondo

Dopo le splendide camminate nei dintorni di El Chalten siamo stati a El Calafate. Da li si prende il pullman per andare a vedere il ghiacciaio Perito Moreno. Altro spettacolo indimenticabile. Specialmente se si é fortunati, come siamo stati noi, da vedere un grosso pezzo di ghiaccio blu cadere e frantumarsi nel Lago Argentino. Ma piu che raccontare vorrei far parlare le foto. Anche qui l´ennesima storia con la connessione Internet.
Sará che sto scrivendo letteralmente da Ushuaia. L´ultima cittá a sud della Terra del Fuego.
Il viaggio per venire qui é stato un attraversamento e riattraversamento della frontiera tra Cile e Argentina. In mezza giornata mi hanno riempito due pagine del passaporto di stampi di entrata e di uscita. Il confine tra i due paesi é completamente arbitrario. Ad una delle frontiere, mentre aspettavamo per l´ennesima fila abbiamo avuto un incontro ravvicinato con due volpi. Che dovevano essere davvero affamate per avvicinarsi ad elemosinare qualche pezzo di pane.
Il viaggio é stato poi prolungato ulteriormente dall´attraversamento in traghetto dello Stretto di Magellano.
In ogni caso ne vale la pena. Ushuaia ha un atmosfera da ultimo rifugio dell´umanitá. Infatti qui nel passato sono naufragate molte navi. Ed alcuni resti dei relitti si possono ammirare nel Museo del Fin del Mundo. Dove mi sarei aspettata di vedere invece un po piu foto delle popolazioni indigene che vivevano in questa terra desolata e bellissima prima di essere spazzati via dalle orde genocide dell´uomo bianco.

Ieri abbiamo avuto la fortuna di una bella giornata di sole e abbiamo navigato in catamarano lungo il Canale di Beagle, dove abbiamo potuto vedere le isole dove stazionano foche, leoni marini, cormorani imperiali e soprattutto i PINGUINI! Bellissimi, me ne sarei portato uno a casa. Sono troppo teneroni, e troppo ridicoli quando camminano. Ti viene voglia di stritolarli. Ho preso 34 foto di pinguini. A seguire ... appena posso.

Thursday 29 March 2007

Bistecche Patagoniche

Mi fanno male ancora i piedi mentre scrivo e ho lo stomaco piu che pieno, stracolmo di bistecca argentina. Sono appena ritornata dal ristorante.
E me la sono meritata la mia bistecca. Oggi abbiamo camminato 8 ore per vedere da vicino una delle montagne piu spettacolari del mondo, il Fitz Roy.
Siamo a El Chalten per la ultima notte, prima di proseguire per El Calafate.
Qui a Chalten abbiamo fatto delle lunghe camminate. Ieri siamo andati a vedere il Lago Torre. Una camminata di 6 ore ( 3 di andata e 3 di ritorno). Attraverso boschi e monti spazzati dal vento. Ruscelli di acqua purissima.
Oggi ho per la prima volta in vita mia bevuto acqua da una fonte naturale. Proveniva direttamente dal ghiacciaio del Fitz Roy. Acqua freschissima, altro che le minerali imbottigliate che si comprano al supermercato.

El Chalten é un villaggio che vive di turismo. Quattro case sparse ai due lati di una strada di sassi polverosa. Spazzata da un vento che si ferma solo a tratti brevi. La prima notte non sono riuscita a dormire, e sentivo il soffio del vento e l´abbaiare dei cani randagi, che in Sud America non mancano mai. Neanche nella steppa della Patagonia.

Il Fitz Roy é veramente l´immagine della montagna incantata. Qualcosa a metá strada tra questo mondo ed un altro. Starebbe bene sulla copertina di un disco dei Led Zeppelin.

Tuesday 27 March 2007

Meravigliosa Patagonia

Il nostro viaggio verso il Sud prosegue. Attraverso San Martin de los Andes, Bariloche ed ora El Chalten.
Di San Martin de los Andes avró un ricordo terribile, per motivi che non sto a raccontarvi qui sul blog. Pero é un bel villaggio sui bordi di un lago e ai piedi delle Ande. Le case di costruzione Svizzera rendono l´atmosfera molto europea. Tanti negozietti e cioccolaterie varie, viali di rose e casette di legno. Insomma una favola.
Pero la favola di San Martin non regge il confronto con Bariloche. Le foto vi incanteranno... quando riusciro´a scaricarle.
Abbiamo camminato in una foresta di pini lungo il lago, e poi in cima al Cerro Otto, da dove si vedevano panoramiche strappafiato, per poi riscendere giu su una seggiovia. Prima pero abbiamo bevuto una birra nella Confiteria. Un risorante di forma circolare che ruota su se stesso e ti permette di vedere il panorama a 360 gradi. Spettacolare.
Il sole ed il caldo nonostante qui sia autunno hanno certamente contribuito alla piacevole esperienza.

Da Bariloche stiamo proseguendo verso il sud della Patagonia, lungo la Ruta 40. Ieri 12 ore di pullman con fermata a Perito Moreno. Mi sarebbe piaciuto fare l´escursione al ghiacciaio Perito Moreno, ma era troppo costoso. Conserviamo i soldi per El Calafate.

Oggi abbiamo fatto un altra giornata in pullman, attraverso la steppa ed i paesaggi desolati dell´estremo sud del mondo. Abbiamo visto struzzi in corsa ed anche un armadillo.
Ma i paesaggi piu che descrivere le cartine geografiche descrivono il mondo interiore di chi li guarda. E qui in Patagonia é vero piu che mai.

Adesso vi faccio ridere. Ci siamo fermati ad una pompa di benzina-bar nel mezzo del nulla. Dietro la casa c´erano due guanaco (stessa famiglia dei lama e vicuña). Ci siamo avvicinati per fotografarli. Poi io come al solito mi sono avvicinata perche volevo accarezzarli. Uno mi ha guardato con gli occhietti dolci. Pero poi ha cominciato a venire verso di me con una certa baldanzositá. Tanto che io mi sono un po spaventata e ho cominciato a dietreggiare.... Il dietreggio é diventato corsa. Ed il guanaco mi ha corso dietro e mi ha tirato un calcio. Tutti a ridere ovviamente. Ma era un calcio gentile. Non mi ha fatto male. Ha fatto solo morir dal ridere tutto il pullman.

Tuesday 20 March 2007

Vigneti ai piedi delle Ande

Siamo ancora nella regione di Mendoza, adesso nella piccola cittadina di San Rafael.
Il tour del vino in Mendoza é stato molto interessante. Il genere di cose che sarebbe piaciuto molto a papá.
Prima abbiamo visitato una cantina fondata nel 1856, che in seguito fu acquistata da un tedesco ed infatti si chiama Weinart. La struttura originaria é stata preservata. Alcune delle botti di quercia hanno 100 anni. La macchina per l´imbottigliamento che usano é una macchina italiana.
Il vino prodotto é soprattutto Malbec. La signorina ci ha poi mostrato una collezione di vino del 1977. L´anno in cui é nato Michiel. Cosi lui si é fatto tentare e ne ha comprato una bottiglia da stappare nel giorno del suo 30esimo compleanno. Un altra cosa che si aggiunge ai bagagli da portarci dietro...
Nella seconda cantina che abbiamo visitato, Cecchin la signorina non parlava inglese e quindi mi sono offerta di fare da interprete per tutti quelli che non capivano lo Spagnolo. Ci ha portato prima a vedere le vigne e ci ha spiegato che la coltivazione é completamente biologica, senza uso di nessun tipo di pesticidi e nessun tipo di macchina. Anche l´uva é raccolta a mano e senza utilizzare nessun tipo di macchina. L´unico prodotto che usano é lo zolfo, e per concime usano il letame di mulo o un residuo della vendemmia che si ottiene con i semi ed i rami. La loro é una produzione di scala minore. Si puo notare anche dalle dimensioni delle botti. L´imbottigliamento é fatto totalmente a mano.
Il vino era ottimo. Infatti ne ho comprato una bottiglia a prezzi stracciati.
Ieri in San Rafael abbiamo affittato delle bici e siamo andati un pó in esplorazione. Sotto il solleone. Qui siamo tra le Ande e la Pampa argentina, quindi nessuna brezza dalla costa. Infatti il caldo secco supera i 30 gradi nonostante siamo all´inizio dell´autunno.
La cittadina é circondata dalle distese enormi dei vigneti. Ed il sistema di irrigazione utilizza le acque provenienti dal disgelo delle vette delle Ande. Dove in inverno si attivano diverse stazioni sciistiche. Durante il viaggio tra Cile ed Argentina, quanto abbiamo attraversato le Ande si potevano notare le seggiovie ed i complessi turistici vuoti.
Stasera prendiamo un altro pullman (c´era a disposizione solo il notturno) e viaggiamo verso sud. In mattinata arriveremo in un posto che si chiama Neuquen. Stiamo cercando di intervallare il viaggio verso sud, perche sono delle distanze enormi. Ad esempio il viaggio diretto da qui a Bariloche sarebbe durato 22 ore. E non era cosa. In questo modo lo speziamo in due trance ( si scrive cosí?)
Questo significa che stamattina abbiamo dovuto lasciare la stanza d´albergo alle 10 e adesso dobbiamo aspettare fino alle 11 di stasera per partire. Questo lascia un intera giornata di tempo da ammazzare.
Per consolazione questa volta sono riuscita a scaricare le foto che mancavano al blog.
Benedetti gli internet caffé perché cosi abbiamo un modo per passare il tempo. Ma é un po troppo da passare qui al computer. Per me. Perché ovviamente Michiel non ha nulla da obiettare ed ha passato gia mezza giornata a giocare alla guerra.

E da voi la Primavera é arrivata?
Mamma sono fioriti i tulipani e gli altri bulbi che ti avevo dato?
Noi invece qui andiamo incontro all´autunno e al freddo della Patagonia.

Monday 19 March 2007

Mendoza Malbec Sideways


In Mendoza after the hard time finding accomodation. After the long ride from Valparaiso, through the Andes and through the beautifull landscape of infinite vineyards crowned by the Andes we found our place in a cramped hostel. We spent a whole morning looking for one room, under the rain and with the backpacks on and all the taxis not stopping to our call. We went for a Bodegas tour. That is to a wineries tour, to see how the most important wine of Argentina is produced. First to an old bodega that dates back to 1958 and was at some point bought by some Germans. Infact is called Weinart. They had a private collection of Malbec wine from 1977. Which is supposed to have been a particularly good harvest. That’s the same age of Michiel so he was tempted into buying a bottle of that wine. To see how does a wine that is as hold as Michiel taste. He will be opening that bottle on his 30th birthday!
At the second winery Cecchin , the guide didn’t speak any English so I volunteered to be the interpreter for the many people on the tour who didn’t speak Spanish. Lots of dates and details to remember but that was fun.
We finished off the day by going to a Parilla restaurant and eating our first Argentinean stake, which was way too big, but very nice indeed. We were screwed on "la cuenta" by a guy that first pretended to be real nice and friendly and told me all about his family, when I told him that I was Italian. So that teaches me.... next time someone asks I will pretend I am from New Zealand!

Saturday 17 March 2007

Mendoza - Argentina




Cosi finalmente siamo in Argentina. Dal Cile abbiamo riattraversato un passo sulle Ande per poi passare ai vigneti ai piedi delle montagne che annunciano la provincia di Mendoza. La cittá del vino. E non ci sono dubbi. Per chilometri lungo il tragitto non si vedeva altro che le file armoniose e precise delle vigne.
Mendoza é una bella cittadina dai viali alberati, dai molti parchi e dai molti caffé. Sembra quasi di essere in Italia. Si sente molto la presenza italiana, con bar e ristoranti dai nomi inconfondibilmente italiani.
Siamo capitati qui proprio durante il periodo della vendemmia. Che significa che i prezzi sono piu alti e che é difficile trovare posto negli ostelli.
Infatti ieri abbiamo passato la mattinata con lo zaino in spalla a cercare un alloggio dai prezzi abbordabili.... Sotto la pioggia, con i taxi che non si fermavano, insomma non esattamente un divertimento.
Oggi pomeriggio andiamo a visitare alcune bodegas, dove potremo vedere come fanno il vino.

P.S. Ennesimo punto internet dove non posso scaricare le foto, che rabbia!

Wednesday 14 March 2007

La Cittá del Poeta







Nell´ultimo giorno di permanenza a La Serena siamo andati in escursione alla Isla Damas, dove abbiamo potuto ammirare i pinguini di Hunbolt, i pellicani ed altre specie di uccelli marini. Le colonie di leoni marini e foche mi hanno colpito per l´odore pungente della loro cacca che non si sente quando si vedono i documentari.
I pinguini se ne stavano fermi immobili a godersi il sole, alcuni stavano cambiando il pelo e la guida ci ha spiegato che la loro principale causa di morte sono gli attacchi cardiaci. A quanto pare hanno un cuore molto delicato, cosi siamo stati in silenzio e abbiamo fatto meno rumore possibile per non spaventarli.
Al ritorno in barca abbiamo avuto la fortuna di essere accostati da un gruppo di delfini che si sono esibiti in tuffi e salti e spruzzi.
Meravigliosi, sembravano davvero salutarci e voler attirare la nostra attenzione.
Ora siamo in Valparaiso, la cittá di Pablo Neruda. La citta si sviluppa in colline, chiamate Cerros, che danno su quello che una volta era il principale porto dell´America del Sud. Nel centro storico si possono ancora vedere i pomposi edifici del primo centro bancario del Sudamerica.
Con la costruzione dello stretto di Panama e di altri importanti porti Valparaiso ha perduto la sua preminenza economica. E sono rimasti i palazzi abbandonati e gli stucchi dell´inizio del Novecento si vedono appena sotto la ruggine e la sporcizia degli anni del declino.
Ciononostante la citta vibra di colori e di vita, infatti é la capitale culturale del Cile. C´é un museo a cielo aperto, dove insieme ai murales di importanti artisti si possono odorare le cacche dei molti cani randagi, anche loro abitanti della cittá. Ci sono molti studenti universitari e soprattutto si sente la presenza di artisti che hanno dato colore alle loro case povere ma belle.
Oggi sono stata a visitare La Sebastiana, la casa dove abitó Pablo Neruda. Da lassu si vede il panorama sbilenco della cittá ed il porto.
Nella casa del poeta c´erano foto della cittá prima e dopo il terremoto del 1906. Questa cittá é stata saccheggiata dai pirati e distrutta dai terremoti ma prosegue la sua vita con i suoi tram ed i suoi cani randagi.
Domani lasciamo il Cile e prendiamo un pullman per Mendoza, entrando cosi in Argentina.
Il ricordo che conserveró del Cile é quello della gentilezza della gente, sempre ospitale e sempre amichevole. Cosi come le storie tremende dei tempi della dittatura che ho ascoltato da Pancho, in uno degli ostelli dove siamo stati. Mi ha raccontato di dovere la sua vita ad un barista italo-argentino, che al tempo in cui lui era esule a Buenos Aires gli ha mandato a dire di non andare al suo bar abituale, dove lo aspettavano agenti segreti incaricati di ammazzarlo. Storie ordinarie durante la epoca di Pinochet. Cosi come ordinaria fu la storia di sua cugina, incinta di un marito dissidente e per questo fuggiasco. Fu violentata e torturata a tal punto da partorire le sue figlie gemelle prima del tempo. Figlie della tortura che nonostante tutto hanno sopravvissuto. E forse questo racconta un poco della gente del Cile.Della sua ostinata voglia di vivere e di guardare avanti e di dimenticare un passato che non ci si puo certo buttare alle spalle. Un murales in La Serena diceva: Nessun perdono, nessuna dimenticanza.

Thursday 8 March 2007

La Serena




Altre 7 ore di viaggio nel deserto e siamo arrivati ad un altra oasi sulla costa. Si chiama La Serena. Abbiamo trovato alloggio presso una famiglia. Oggi siamo andati al supermercato e comprato gli ingredienti per una bella carbonara. Piu tardi cucino la cena.
Qui in Cile sembra di essere ritornati in Europa. Camminando per strada ho notato tutte le cose a cui siamo cosi abituati e non facciamo caso. I semafori. Le vetrine dei negozi ed i centri commerciali. Un supermercato enorme.
Nessun bambino di nove anni a lustrare le scarpe e nessuna fogna a cielo aperto.
Nessun vecchietto a vendere cose invendibili.
Mi chiedo quanto sia costato ai Cileni avere l´appoggio degli americani. Un bel Pinochet in cambio di strade asfaltate e centri commerciali. Ci avranno guadagnato? Bisognerebbe chiederlo agli esuli o a quelli che sono stati vittima di torture ed ogni sorta di porcheria, quelle che sono accettabili se il dittatore sta bene ai cugini a stelle e strisce.
Nelle lunghe ore passate in viaggio nel deserto di Atacama mi sono resa conto di quanto sia stato facile per i Cileni rubare questo pezzo di territorio immenso alla Bolivia. Che tipo di guerra avranno combattuto nel sole spietato e su un territorio dove non si puo distinguere nulla, tra una roccia e un altra, tra un banco di sabbia e una montagna di pietre? Ci saranno state attese interminabili prima degli attacchi. Mi ha fatto pensare al Deserto dei Tartari, di Buzzati.

Wednesday 7 March 2007

Nel deserto
















Da Sucre siamo andati ad Uyuni, dove abbiamo fatto un tour di 3 giorni per vedere le ultime meraviglie della Bolivia prima di passare al Cile. Il salar di Uyuni é la distesa di sale piu grande del mondo. Abbiamo camminato per ore in jeep senza vedere altro che la distesa di sale, in alcuni punti anche le montagne all´orizzonte sparivano e non c´era altro che il bianco accecante del sale. Abbiamo visitato un hotel fatto completamente di sale, anche i letti e i tavoli erano fatti di sale.
Ci siamo fermati alla isola del pescado, che si chiama cosi perche apparentemente ha la forma di un pesce. Ma la cosa notevole dell´isola sono i cactus alti dei metri, enormi, bellissimi. Il giorno successivo abbiamo visto la laguna colorada, cosidetta perche le alghe al suo interno colorano le acque di verde, giallo e bianco e ci sono i fenicotteri rosa a nutrirsi di queste alghe. Quella notte c´era un eclissi di luna, che abbiamo potuto vedere benissimo perche non c´erano nuvole. Dopo l´eclisse il cielo si é illuminato per la luna piena e in distanza si poteva vedere il salar risplendere della luce pallida della luna. La sveglia quella notte era alle 4 per andare a vedere i geizers a 5000 mila metri nel deserto della Bolivia. Impressionante la forza dello zolfo che veniva fuori dalla terra quando ancora, a quell´ora la luna risplendeva in alto e le pozze bianche che ribollivano mi hanno fatto pensare all´inferno di Dante.
All´alba ci siamo fermati ad una terma naturale, dove i nordici ovviamente hanno avuto lo stomaco di spogliarsi e di fare il bagno nell´acqua calda. Io avevo i piedi e le mani congelate e persino Michiel non si é fatto tentare.
Come ultima cosa abbiamo visto la laguna verde con alle spalle un vulcano che per metá appartiene alla Bolivia e per l´altra metá é cileno. Abbiamo infine preso il pulmino che ci ha portato al confine e dopo le formalitá della dogana siamo arrivati a San Pedro de Atacama. Un piccolissimo villaggio nel cuore del Deserto di Atacama, una oasi per i cileni ma soprattutto per i turisti, come si puo notare dai prezzi. Ci siamo fermati una notte e abbiamo condiviso la stanza con Carolina, una ragazza cilena che avevamo conosciuto durante il tour del salar. Carolina vive a La Serena, dove andremo domani cosi la reincontriamo e ci mostrera un po la sua citta.
Nel frattempo abbiamo viaggiato altri due giorni nel nulla del deserto. Ci siamo fermati un giorno ad Antofagasta e ieri siamo arrivati a Caldera, un altra piccola cittadina sulla costa. Oggi abbiamo passato il pomeriggio sulla spiaggia bianca della Bahia Inglesa. Se chiudevo gli occhi sulla spiaggia mi sentivo come una tedesca in vacanza in Italia a Novembre. L´acqua era gelida, il sole caldo ma non come ci si aspetterebbe nel mezzo del deserto e la siaggia bianchissima era quasi deserta.
Il Cile, come avevamo previsto, é molto piu costoso del Peru e della Bolivia. In compenso é ovviamente un paese molto piu ricco. Qui non ci sono le donne vestite con abiti tradizionali e non si vedono bambini elemosinare o lustrare scarpe per qualche spicciolo. I pullman non puzzano di gallina e la strada nel deserto é asfaltata.
Dopo La Serena siamo diretti per Valparaiso e poi Santiago. E da Santiago credo che prenderemo un pullman per Mendoza (Argentina) per cercare rifugio economico. Credo che per forza di cose il viaggio verso la Patagonia dovrá proseguire in territorio Argentino, perche altrimenti il Cile dissanguerebbe le nostre risorse finanziarie.
I cileni sono molto ospitali. Qui anche il tassista quando ti saluta ti dice: Que te vaya bien!
Ed in un bar una signora per salutarci ha invocato la benedizione di Dios.

P.S. Purtroppo questo pc non mi fa scaricare le foto...

Wednesday 28 February 2007

Ultimo giorno a Sucre







Oggi pomeriggio ho la mia ultima lezione privata di spagnolo. Concludo cosi la settimana di corso alla Accademia Latinoamericana de Español. E domani mattina andremo a Uyuni. Abbiamo deciso di non fermarci a Potosi perche il permesso di soggiorno turistico ci scade il 5 Marzo e se andiamo direttamente ad Uyuni non avremo bisogno di rinnovarlo. A dire il vero ieri ci abbiamo provato a rinnovarlo, all´ufficio immigrazione di Sucre. Ma dopo aver passato la mattinata a cercare l´ufficio che, a quanto pare ha cambiato sede di recente, ci hanno detto che dovremmo aspettare inizio Marzo per richiedere l´estensione.
Insomma tagliamo corto e andremo direttamente a visitare il Salar di Uyuni e la Laguna Verte, che si trovano all´estremo sud della Bolivia, sul confine con il Cile. Da li passeremo direttamente al Deserto di Atacama e raggiungeremo la piccola cittadina di San Pedro di Atacama (Cile).

L´ultima settimana l´abbiamo passata senza fare assolutamente nulla di "turistico". Io sono andata alle mie lezioni e Michiel ha ammazzato il tempo guardando la TV.
In compenso chiacchierando con la mia insegnante di spagnolo ho imparato tante cose della storia di Sucre e della cultura Boliviana in generale.
Mi ha parlato ad esempio del significato di certe strane grigliate che abbiamo visto sulle porte delle case il giorno di Carnevale. Sulla cenere mettono un pezzetto di carne, del liquore al cocco fatto in casa, che si beve nei giorni di Carnevale, e varie altre cose. Il rito serve a richiedere la benedizione della casa da parte della Pachamama. La Pachamama (madreterra) con l´arrivo degli spagnoli é stata identificata con la Vergine della Candelaria. Cosi come Intirami (il dio Sole) é stato identificato a Gesu. La Bolivia ha ovviamente molto in comune con il Peru dal punto di vista culturale e storico.

Wednesday 21 February 2007

One or two things about travelling South

To those who are back home and being very jealous for we are here in sunny South America while they’re scratching the ice from the car windscreen I have one or two things to say. Travelling through South America is not always as easy as one could imagine. The first thing you learn to hate is the music they play on busses. Maybe the music itself is not that bad but when you’re forced to listen to it (out loud!) on a 10 hours night bus ride then even your favourite band would start to drop dramatically from your list of preferences. The texts of the songs are always the same. The plot: 1) a man and a woman are happily in love together; everything is beautiful so I don’t understand why bother writing the song in the first place; 2) a man is left by his woman so he starts to pray the virgin (meaning the mother of Jesus) to intervene so that the woman might come back. I’ve tried with ear plugs but they simply don’t work. Because it doesn’t matter in what part of the bus I sit there is always a speaker right above my head. Needless to say that this is not the case when they’re showing a movie am interested in and would actually like to listen to the dialogs.
Be it a bus or a boat there’s always some kid that is travel sick, and he or she is always sitting right in front or at the back of my seat. In my whole life I’ve never seen so many people vomiting as in the last few months. And is not that I blame them because these roads are pretty damn scary sometimes. I remember on the unpaved road from Huancayo to Ayacucho, on the Peruvian Andes all of a sudden I made peace with God and started to pray because I was sure we were not going to make it!
After a long bus ride when I can’t feel my legs anymore I get there and we check in into a hostel and the guy at the reception always assures us that the water is "caliente" but I get in the shower and my skin says that is damn "fria".
One imagines that we’d be waking up at 11 in the morning and taking it easy all the time. Going to a bar and sip a piña colada. But I can assure you that the bus timetables are always set up so that we have to wake up in the middle of the night. We walk to the station still half asleep and a terrible smell wakes us up. It comes from the breakfast places around most of the bus terminals. The scary things one sees boiling in a huge pan are what locals call "Caldo de cabeza". Yes! Hot soup made with chicken heads at 6 in the morning. That’s the local delicatessen for breakfast. But if one puts up with all this the reward is always some more beautiful peace of land.
Peru was amazing. Once we got used to the altitude we had the best hikes of our life. The Inca trail and also the Colca Canyon were spectacular. Although while walking up a steep canyon for 1200 metres, after 3 hours I was not exactly thinking of the beauty that surrounded me...
Here in Bolivia we’ve been to the jungle in the east of the country, close to the Amazon basin, in a place called Rurrenabaque. I loved it. It was like being in Macondo. The jungle, the river, the parrots and of course kilos of mosquitoes thirsty for my blood. From there we did a 4 days tour of the Pampas. We had alligators hanging around the camp where we were staying. Staring at us all the time. Even at night one would see their red eyes in the darkness of the river. Our guide fed them bred and they were actually quite friendly. We even got to "cuddle" them, as you can see from the pics. We fed bananas to the squirrel monkeys and went looking for the anaconda, walking in the mud high up to our knees. (I could have done without the latter). We swam with the pink dolphins in the dark waters of the river (freaky). There was an amazing variety of birds. The noisiest ones being the birds of paradise. From there we went to Cochabamba and on to Sucre, where we are now. We’ve spent the last few days mostly locked in our hotel room because here the local tradition for Carnival is throwing water at people. In a balloon if not with buckets from the balconies. So we had a partial shower every time we were going out to actually get something to eat. The plan is to make a stop in Potosi and then move on to the Salar de Uyuny, one of the marvels of Bolivia. From there we will cross the border with Chile and go to the Atacama Desert.

Monday 19 February 2007

Carnevale in Bolivia

Dopo aver provato inutilmente a trovare un posto a Oruro, dove si celebra il Carnevale piu importante della Bolivia siamo stati a Cochabamba per un paio di giorni.L´unico modo di andare ad Oruro sarebbe stato con un agenzia di viaggio ma ci sarebbe costato troppo.In questi giorni ci stanno infrascando di acqua visto che qui la tradizione é di farsi i gavettoni. Adulti e bambini si scatenano in battaglie d´acqua e anche noi ignari viaggiatori ce le buschiamo. Rispettabili signori tirano fuori bazooka ad acqua dal finestino della macchina e ti spruzzano senza pietá.Il Carnevale di Oruro lo abbiamo visto in televisione, comodamente seduti in un caffé di Cochabamba.Di Cochabamba ricorderó soprattutto il piatto di tagliatelle buonissime che ho mangiato al ristorante italiano "La Cantonata"; che stando alla guida Footprints é uno dei migliori ristoranti della Bolivia. Con la modica somma di 10 pounds a testa abbiamo mangiato a sbafo tanto che Michiel non é riuscito neanche a finire il suo piatto di tortellini. Alla fine ha detto che erano buoni quasi come quelli che cucino io!Questa volta abbiamo preso un pullman notturno (10 ore) per spostarci a Sucre. Incredibile ma vero Sucre é la capitale ufficiale della Bolivia, anche se si tratta di una cittadina delle dimensioni di San Severino. La capitale de facto é ovviamente La Paz.Siamo alloggiati nel Grand Hotel ( per 5 pounds a testa) con un patio bellissimo, una stanza enorme che per la carta da parati mi ricorda certi B&B inglesi e la TV con satellite, ed internet gratis. Ancora bombe d´acqua che arrivano da tutte le parti, infatti ce ne stiamo perlopiú rintanati nell´hotel aspettando impazienti che la pazzia del carnevale finisca. Ieri siamo stati al Joy Ride Cafè, il cui proprietario é olandese e per il disappunto di Michiel abbiamo provato le Croquetten, che non sono per niente come quelle che si mangiano in Olanda. Per una volta Michiel ha capito cosa vuol dire da italiani mangiare in una pizzeria o un ristorante italiano all´estero.Non so per quanti giorni rimarremo a Sucre perché mi sto informando su diverse opzioni che ci sono qui per fare un corso di Spagnolo. Vorrei fare un corso intensivo di una settimana.

P.S. Per mamma e papá: per i prossimi due o tre giorni mi potete telefonare al Grand Hotel.
Tel. 00591 046452461. Abitacion 16 dieciseis.

Wednesday 14 February 2007

Rurrenabaque e la fuga di Casimiro




A Rurrenabaque ci si arriva con 20 ore di pullman su una strada pericolosa da La Paz oppure con un ora di aereo. Noi questa volta abbiamo scelto l´opzione piu conveniente anche se piu costosa. Abbiamo volato in un aereo dell´aviazione militare boliviana, la TAM. Era un modello Fokker con circa 40 posti a sedere. Abbiamo sorvolato la giungla e siamo atterrati sull´erba. La cabina non era pressurizzata ed il caldo della giungla ci ha assaliti prima ancora di scendere.
Un cartello coloratissimo con macachi annunciava il benvenuto alla cittá, che somiglia molto all´immagine fantastica di Macondo. Il fiume, le poche strade parallele al fiume e la giungla tutt´intorno. Le porte delle case socchiuse, dalle quali si intravedono le sedie a dondolo o le amache. Di notte i rospi che passeggiano per strada e ci si addormenta aggrappati al ventilatore tra i fischi e le pernacchie della giungla.
Da Rurrenabaque abbiamo fatto l´escursione nella Pampa. Altre 4 ore con un furgone lungo una strada fangosa e poi un ora e mezza di canoa (a motore) nel parco nazionale di Madidi. La guida, sosia gemello di Tommy Lee Jones, ha insistito che lo chiamassimo El Negro, anche se il suo nome é Alejandro.Con noi altre tre coppie: due argentini, due tedeschi e due canadesi.
Arrivati in accampamento Negro ci ha presentato i due ospiti abituali di casa, due alligatori, Casimiro e Pedro, che se ne stavano in acqua e si vedevano solo gli occhi sporgere sul profilo dell´acqua. Ogni tanto salivano a riva e Negro gli dava qualcosa da mangiare. Arrancavano tutto in un solo boccone, ed un rumore tremendo quando chiudevano la bocca. Pedro era ceco e un poco anche sdentato, El Negro ci ha spiegato che erano le ferite dovute alle molte lotte che ha combattuto con altri alligatori.Dal campo siamo andati in canoa ad esplorare la fauna lungo il fiume. Abbiamo portato con noi banane da dare alle scimmie scoiattolo, che dopo un po di titubanza sono scese con salti acrobatici dalla cima delle mangrovie e hanno preso le banane dalle nostre mani. La prima sera, al buio siamo andati in barca in cerca di alligatori e caimani, di cui si possono vedere gli occhi rossi nella notte. Il Negro ha trovato solo un baby alligatore, lo ha preso e lo abbiamo accarezzato, perche a quanto pare gli piace, visto che il nostro corpo emette calore. Si é rilassato e faceva proprio tenerezza con i suoi occhietti azzurri, se non fosse per i dentacci affilati...
Il giorno seguente abbiamo nuotato nell´acqua scura del fiume insieme ai delfini rosa, che si potevano vedere solo quando venivano a galla a spruzzare acqua e prendere una boccata di ossigeno.La cosa piu indimenticabile sono i rumori della pampa, i fischi del condor della pampa, gli stridii dei pappagalli e soprattutto il verso degli Howler monkeys (non so in italiano come si chiamano) che tutti insieme salutano l´alba o il tramonto oppure il brutto tempo che arriva. Sembra il rumore di un treno che sta per partire dalla stazione.Il verso degli uccelli del paradiso invece sembra un mestolo sbattuto sul fondo di una padella.Abbiamo visto un caimano che si mangiava un capibara, e soprattutto abbiamo mangiato moscerini e zanzare in quantitá industriale. Specialmente quando siamo andati in cerca dell´anaconda, con i fango che ci arrivava fino alle ginocchia. Con il risultato che non abbiamo trovato nessuna anaconda, perche é la stagione delle piogge ed é piu improbabile trovarne. In compenso le zanzare hanno trovato noi.Nell´accampamento avevamo la zanzariera sul letto per fortuna. Anche se questo non ha impedito ad uno scarafaggio di proporzioni sudamericane di infilarsi nel mio letto. Per fortuna l´ho visto prima di coricarmi e Anselm, con efficienza tedesca lo ha portato via.In seguito ho passato mezz´ora ad ispezionare con la pila il letto prima di riuscire ad addormentarmi.Il tour della Pampa é durato 3 giorni e il mattino prima di ritornare Casimiro é salito a riva ad agguantare in un solo boccone i pezzi di pane che gli lanciavamo, e siamo anche riusciti ad accarezzarlo sul muso. Lui chiudeva gli occhi come un gatto a cui si fanno le fusa. Gli occhi dell´alligatore sono come i fari di una lamborghini,con la corazza estraibile.
Noi ce ne stavamo li ad osservare Casimiro. Devo precisare che il campo era costruito su una piattaforma di legno rialzata, sulla quale gli alligatori non possono salire. Michiel era sceso dalla piattaforma per osservare Casimiro da lontano quando all´improvviso ci siamo accorti che Pedro, ingelosito dalle nostre attenzioni per Casimiro, é emerso dall´acqua per difendere il suo territorio.
La scena: due alligatori che si correvano dietro e Casimiro é scappato nella direzione di Michiel, che dall´altra parte della barca non si era accorto del suo arrivo. Abbiamo cominciato ad urlare e Michiel é riuscito a saltare sulla piattaforma giusto in tempo. Il cuore mi batteva all´impazzata mentre Michiel rideva.
Ieri, di ritorno a Rurenabaque me la sono spassata a leggere e sonnecchiare sull´amaca nel patio del Residencial Oriental, circondata dagli ibiscus e dalle palme. Ogni tanto il pisolino era interrotto dagli schiamazzi dei macachi. A Michiel invece é venuta una botta di nostalgia e se ne é rimasto sul letto in camera, sbrancicato sotto il ventilatore. Gli mancava la nostra casa di Maidenhead, e avrebbe voluto guardare un film seduto sul nostro divano.
Oggi pomeriggio se la pioggia lo consente abbiamo il volo di ritorno a La Paz.

P.S. Qui in Bolivia sembra impossibile scaricare le foto. Lo faccio appena potró.

Buon San Valentino a tutti!

Wednesday 7 February 2007

Copacabana ed il mestiere di viaggiare


Eh si, é proprio vero che viaggiare é un mestiere e che bisogna apprenderlo. Non é mica tutto rose e fiori. Quando dici il nome Copacabana ti si addolcisce la bocca e ti vengono alla mente le mangrovie ed i macachi e le signorine sudamericane con il sedere a forma di tamarindo.Ma non sempre la realtá soddisfa la tua fantasia. Ed allora ti ritrovi a camminare sulla spiaggia di Copacabana (sul lago sagrado Titicaca) e quello che vedi intorno é solo sporcizia e pannolini buttati sulla spiaggia e puzzo di fogna a cielo aperto.Ed allora aveva ragione Emilio Salgari a scrivere libri e libri sulle tigri della Malesia senza lasciare mai il salotto di casa sua.Altro viaggio in chicken bus da Puno a Copacabana, abbiamo passato la frontiera e li a Michiel hanno fregato circa altri 50 dollari con la scusa che sul passaporto (nuovo di zecca, di cui ai capitoli precedenti) non c´era il timbro di entrata. All´inizio il funzionario ci ha detto che l´unica via era ritornare a Lima. Al che io mi sono incazzata in spagnolo e lui ci ha proposto la soluzione ruffiana dei due timbri di entrata e uscita a 28 dollari l´uno. Ho bisogno di specificare che non ci ha dato ricevuta fiscale?Beh tutto bene quel che continua bene, adesso non dovremmo piu avere problemi per il passaporto.
A Copacabana siamo stati in un hotel con vista spettacolare sul lago per 80 bolivianos ( Un dollaro é circa 8 bolivianos). Insomma qui in Bolivia ci possiamo scialare. Oggi ho fatto una scorpacciata di insalata di frutta e Michiel si é sbafato un panino che dalle dimensioni poteva essere un bambino, il tutto alla modica somma di circa 2 o 3 sterline.
Altri inconvenienti che non ti capitano "nel primo mondo": siamo dovuti rimanere una notte in piu a Copacabana perche non c´erano sportelli automatici per ritirare soldi e quindi abbiamo dovuto aspettare che la banca aprisse (il Martedi pomeriggio) e si fregasse oltretutto un 5% di commissione e fare una fila di un ora.Da li abbiamo preso una barca per andare a visitare la Isla del Sol, il luogo mitico dal quale nasce la civilta´Inca. Anche qui abbiamo sentito ancora un altra versione della storia perche la nostra guida era un Aymara (e non Quechua ovvero discendente degli Inca) e quindi ci ha parlato della civilta Tiahuanaco che esisteva secoli prima dell´arrivo degli Inca. E ci ha portato a visitare un luogo che lui ha classificato come uno dei tre luoghi "energetici" del continente americano. Considerando Chichen Itza (Messico) e Sacsayhuaman (Peru) come gli altri due punti.Ci ha descritto il sistema astronomico sul quale si fonda tuttora per gli Aymara la celebrazione del 21 Giugno (equinozio del sole) e ci ha descritto il rito di sacrificio del lama, al quale viene estratto il cuore mentre ancora vivo. Rito che avviene tuttora.
A seguire io e Michiel abbiamo camminato dal nord al sud dell´isola, una camminata di circa tre ore ed abbiamo preso la lancia da un porto diverso. Al ritorno sulla lancia c´erano argentini a bizzeffe, a bere il loro mate (un te fatto con erbe naturali, che si beve da un vaso tipico che ha una cannuccia di metallo) e canticchiare canzoni argentine.
Ho deciso: devo iniziare pure io a sbafarmi bistecche da mezzo chilo e bere mate dal mattino alla sera. Non mi spiego come fanno le ragazze argentine ad essere cosi magre e cosi belle!
Abbiamo passato un altro giorno a sonnecchiare tra un caffe ed un altro e a guardare il panorama dalla nostra stanza d´albergo e stamattina siamo scappati. Altra svegliataccia alle 6 per prendere un altro pullman maleodorante per La Paz.Oggi siamo stati in diverse agenzie per confrontare i prezzi dei tour alla Pampas, nell´est del Paese, dove si possono vedere anacondas, scimmie, delfini rosa ecc. Non so se riusciro a fare foto perche li il clima é molto umido e quindi la macchina fotografica potrebbe danneggiarsi. Vedremo. Intanto ci dovremo spalmare di flit e anche indossare la retina antizanzare per la testa, che ci ha regalato la mamma di Michiel.
Se non ci mangia un anaconda vi racconteró della nuova avventura appena di ritorno.

P.S. Per mamma e papá: non state in pensiero se non vi chiamo per una settimana perche non so quando torniamo dall´escursione e dubito che ci siano telefoni nella giungla.

P.S. Per Bartolomeo: per i miei consigli sul Messico leggi i miei posts iniziali, se hai domande specifiche mandami un email.

Saturday 3 February 2007

Puno e il lago Titicaka




Puno é un altro fallimento urbano degli anni recenti. In un ristorante ho visto una foto dell´inizio del 900 in cui le venditrici ambulanti erano vestite esattamente come adesso, peró la cittá aveva ancora le poche case costruite a ridosso delle colline che si affacciano sul lago, e sembrava piu solare e piu pulita. Magari per il bianco e nero.
Abbiamo camminato per una strada che porta alla collina dov´é la statua di Manco Capac, che punta l´indice al lago ( il luogo legendario da cui nasce la civiltá Inca). Ci é venuto il fiatone, anche a camminare lentamente perche qui siamo ancora piu in alto (3850 mt). Da lassu si vedevano le file caotiche di case in mattone scuro e i tetti in lamiera, ed il lago che nella baia é ricoperto di mucillagine verde.
Abbiamo indugiato nella stanza dell´hostal Don Juan che ha una doccia caldissima (cosa che ci é capitata raramente nelle ultime settimane) e le lenzuola fresche erano piú accoglienti delle strade di Puno.
Il secondo giorno abbiamo deciso di visitare una delle isole del lago ed al porto un vecchio capitano di lancia mi ha detto che il 2 febbraio sull´isola di Amantaní ci sarebbe stata la festa della Candelaria (devo chiedere a mamma se si tratta della nostra Candelore). La sera prima di inbarcarci anche qui a Puno c´erano i festeggiamenti della Candelaria.
Hanno acceso dei faló nella piazza e per le strade si sono riversate bande di musicisti e persone vestite in costumi tradizionali a ballare, sembrava un po come le nostre sfilate di Carnevale, solo che qui la musica mi ha fatto pensare al carnevale di New Orleans. Era diversa dalla musica folcloristica del Peru che avevo sentito fino ad ora. A quanto pare Puno é il luogo di musiche e di diversi tipi di danze tipiche del Peru.
Il mattino é arrivato troppo presto, la sveglia alle 6 perché dovevamo stare al porto alle 7. Siamo saliti sulla lancia che presto si é riempita, fin troppo, di locali con carico di bambini moccoluti e sacchi di patate e verdure. L´odore ricordava tanto quello dei pullman. Insomma siamo passati dal chicken bus alla chicken boat. Il viaggio é stato interminabile, probabilmente perché non ci aspettavamo che ci sarebbero volute circa 4 ore. Abbiamo fatto una breve sosta alle isole Uros, le isole galleggianti, che sono ancora abitate da indigeni che parlano quasi esclusivamente quechua o aymara. Le isole sono interamente costruite di canniccio, e con lo stesso materiale sono fatte le capanne e le barche degli indigeni. Adesso sono diventate poco piu che degli stand per turisti in cui si vendono i vari oggetti di artigianato.
Risalita sulla barca ho scoperto che il mio posto a sedere era stato preso da due americani. Uno aveva uno zaino grande che ha praticamente appoggiato alle mie ginocchia, visto che ero in piedi. La sua ragazza ad un certo punto gli ha detto che non avrebbe certo mantenuto il suo zaino per il resto del viaggio, ed io ne ho approfittato per dirgli che io neanche morivo dalla voglia. Al che lui mi guarda e con espressione arrogante mi fa capire che poco gliene importava.
Dopo circa due ore di viaggio in piedi i peruviani che erano a bordo si sono prodigati per fare un po di spazio e farmi sedere. Nel frattempo le solite scene di gente che per il maldimare (o maldilago) vomitava in sacchetti di plastica. Devo dire che non ho mai visto tante persone vomitare come mi é capitato viaggiando qui in Sudamerica.
Finalmente siamo arrivati ad Amantaní ed il capitano della barca ci ha detto di seguire una vecchia contadina, che ci avrebbe portato alla casa della famiglia che ci avrebbe ospitato per la notte. C´erano anche altri turisti, un grande gruppo di francesi ed altre persone di altre nazionalitá. Col fiato corto abbiamo seguito la vecchietta che correva come una lepre su per i campi e ad un certo punto un signore ci ha diviso in gruppi e indicato le diverse abitazioni..... E come succede in questi casi io e Michiel siamo capitati insieme alla coppia di americani con cui avevo avuto il battibecco sulla barca. Che hanno confermato la prima impressione che mi avevano dato: arroganti e stupidi. Mi guardo bene dal generalizzare. Solo che questi erano dei ragazzetti viziati con cui non avevo nulla da condividere perche hanno dato conferma (anche con altri atteggiamenti ai quali abbiamo assistito a seguito) dei pregiudizi che si possono avere sugli americani.
Il prezzo di 20 soles includeva la stanza per dormire piu il mangiare. Abbiamo aspettato per il pranzo seduti a leggere nell´aia circondata di gerani. Si sentivano solo le pecore ed i muli. La casa era poco piu che file di mattoni messi insieme e coperti di lamiera, non c´era acqua corrente e non c´era elettricitá. Il pranzo era zuppa di verdure (sotto un sole cocente) ed una scodella di riso uova e patate fritte. Mi sono consolata con un buon te fatto con delle erbe prese dal giardino, che odorava di citronella.
Poi siamo andati alla piazza del paese dove erano gia iniziati i festeggiamenti, con diverse bande che suonavano e gruppi di danzatori con diversi vestiti.Vecchietti avvinazzati che si prodigavano nei volteggiamenti e le donne come al solito a lavorare. Distribuendo bibite ai suonatori e ai ballerini. Alcuni vestiti da gorilla. La gran parte con i colori vivaci del Peru (le foto a seguire, adesso non posso scaricarle).
Verso sera siamo ritornati alla casa ed abbiamo cenato a lume di candela esattamente lo stesso piatto che avevamo avuto per pranzo ed abbiamo scoperto che avremmo dovuto dividere anche la stanza con gli americani. Il letto era poco piu di un materasso sul pavimento e delle coperte polverose. Mi sono addormentata sognando la doccia e le lenzuola fresche dell´hostal Don Juan.
Alle 3 di notte siamo stati svegliati dai tuoni di un temporale e dal rumore della grandine che batteva violentemente sul tetto di lamiera della casa. Il temporale é durato tutta la notte ed ancora pioveva al mattino quando il vecchio capitano della lancia é venuto a dirci che avremmo dovuto aspettare che la pioggia smettesse per ripartire. Mi sono sentita un po prigioniera dell´isola e della discrezione del capitano. Per colazione un pezzo di pane del giorno prima ed una tazza di té.
Per fortuna dopo un ora il vecchio é ritornato ed ha detto che non aveva senso aspettare perche la pioggia avrebbe potuto durare tutto il giorno. Quindi siamo ritornati alla barca sotto la pioggia e attraverso le stradine che adesso erano diventate fiumiciattoli di fango.In alcuni tratti la grandine della notte precedente era ancora ammassata e non si era sciolta. Siamo partiti e dopo un ora le nuvole sono sparite e sono salita in sovracoperta per riscaldarmi al sole ed ammirare il paesaggio.
Con la doccia calda del Don Juan abbiamo lavato via la polvere e la pioggia dell´isola Amantaní e poi siamo andati a comprare il biglietto del bus per Copacabana. Domani quindi lasceremo il Peru ed entreremo in territorio boliviano.

Wednesday 31 January 2007

El Condor Pasa




Siamo arrivati ad Arequipa dopo un altro lungo viaggio su di un "chicken bus" con la solita storia della puzza di galline. I campesinos che salivano e stavano in piedi per un viaggio di ore per poi scendere nel bel mezzo del nulla. Il Peru é una terra indescrivibile. Il paesaggio é una cosa incontenibile che sulle foto non ci sta. Viaggiando qui nel sud é come guardare un film western al rallentatore e senza personaggi senza storie. Solo la scenografia. Siamo passati dal paesaggio andino di Cusco al plateau e al deserto, in fondo al quale si intravedeva il vulcano Misti, ad oltre 5000 metri di altitudine sullo sfondo di Arequipa. Al deserto si alternava un paesaggio brullo che sembrava la brughiera di Charlotte Bronte. Solo che qui non ci sono le pecore scozzesi ma i colli lunghi dei lama, degli alpaca e, piu di rado dei vicuñas. Sono i tre tipi di cammello sudamericano che fanno tuttuno con il paesaggio e con la storia dei popoli che hanno abitato il Peru da tempo inmemore,prima degli Inca e molto prima dell´arrivo degli spagnoli. Non mi sorprende che quando Francisco Pizarro e la sua ciurma arrivarono qui rimanevano stupiti dalla abilita dei "selvaggi" di allevare questi animali, e si ricordavano un po delle pecore Merinos della loro Spagna.
E altrettanta ammirazione é ispirata al vedere i campi coltivati sui terreni piu inpervi. Delle volte a ridosso di una montagna, in pendenza si vede un campo di spighe o di verdure e allora si capiscono le schiene curve dei vecchi e delle donne che ogni tanto salgono sul pullman.
E poi diventa una delusione arrivare ad Arequipa, la citta bianca di cui tutti ci avevano parlato come di una bella citta. Ma non possiamo non notare la fatiscenza delle baracche della periferia, le case eternamente in costruzione, file e file di aborti di case, e poi le ville coloniali del centro, quelle costruite qui dagli Spagnoli e che sono state tramandate di generazione in generazione e mai spartite con i "mestizo".
E allora dopo un giorno volevamo scappare dalla citta perche gia ci mancava il paesaggio che c´é fuori e siamo andati a fare un altro trekking, o dovrei dire una escursione di tre giorni nel Colca Canyon. Ci siamo fatti convincere dalla señorita dell´agenzia Quechua, che ci ha detto cher sarebbe stata una passeggiata e che il cammino non era molto ripido. Altre quattro ore di pullman per arrivare a Chivay, che é il primo villaggio del canyon. Qui nella regione di Arequipa cambia il costume tradizionale delle donne. Un vestito ottocentesco che fa pensare ai "vinti" di Verga. Con il cappello fiorito e di cotone, non piu di panno, perche qui fa caldo anche adesso che é la stagione della pioggia.
Il gruppo era formato da due ragazze canadesi, una francese, una colombiana, un portoghese ed un francese. Da Chivay altro pullman a Cabanaconde dove cominciava il cammino. Il primo giorno siamo scesi dalla cima del canyon al fondo, attraversato un ponte di quelli volanti sul fiume e poi siamo risaliti verso una casa dove siamo rimasti per la notte. Secondo giorno siamo scesi ulteriormente verso una oasi verde, dove c´era una piscina ed abbiamo pranzato li. Michiel ha fatto anche il bagno. Poi il bello é arrivato nel pomeriggio a risalire la montagna. 1000 metri tutti di salita ripida, non vi dico i mortacci che ho buttato dietro alla tizia dell´agenzia. Insomma molto peggio dell´Inca Trail. Ci abbiamo messo 3 ore e quando siamo arrivati in cima stava diventando gia buio. Al villaggio ci ha accompagnato una signora che vendeva barrette di cioccolata e coca cola provvidenziali a circa un terzo della salita. Siamo ritornati al villaggio camminando alla luce della luna, che per fortuna era quasi piena, attraversando i campi di mais.
Ohhhh che bello alla fine togliere i piedi dalle scarpe e finalmente sedersi. Abbiamo dormito come ghiri, e poi la sveglia alle 5 e mezza del mattino per prendere il primo pullman per Cruz del Condor. Li abbiamo pazientato e aspettato un ora e poi d´improvviso le star si sono concesse. Li abbiamo visti arrivare da lontano, che sembravano dei puntini neri nell´enormitá del canyon. Ed io che dicevo a Michiel che sarebbe stato troppo chiedere che si avvicinassero e sorvolassero sulle nostre teste. Ed all´improvviso l´urlo di ammirazione della folla di turisti con le macchine fotografiche alla mano. E sono passati proprio sulle nostre teste. Ignorandoci bellamente. Erano in quattro o cinque, e poi si sono fermati su una roccia del Canyon. Troppo lontani per un primo piano. Maestosi, enormi, non sembravano fare alcuno sforzo a volare.
Dopo lo spettacolo spezzafiato siamo ritornati a Chivay e siamo andati ai bagni termali di La Calera, dove ci siamo inzuppati ben bene per due ore nell´acqua solforosa della piscina con il paesaggio del canyon a fare da sfondo, prima di ritornare ad Arequipa.