Thursday 29 March 2007

Bistecche Patagoniche

Mi fanno male ancora i piedi mentre scrivo e ho lo stomaco piu che pieno, stracolmo di bistecca argentina. Sono appena ritornata dal ristorante.
E me la sono meritata la mia bistecca. Oggi abbiamo camminato 8 ore per vedere da vicino una delle montagne piu spettacolari del mondo, il Fitz Roy.
Siamo a El Chalten per la ultima notte, prima di proseguire per El Calafate.
Qui a Chalten abbiamo fatto delle lunghe camminate. Ieri siamo andati a vedere il Lago Torre. Una camminata di 6 ore ( 3 di andata e 3 di ritorno). Attraverso boschi e monti spazzati dal vento. Ruscelli di acqua purissima.
Oggi ho per la prima volta in vita mia bevuto acqua da una fonte naturale. Proveniva direttamente dal ghiacciaio del Fitz Roy. Acqua freschissima, altro che le minerali imbottigliate che si comprano al supermercato.

El Chalten é un villaggio che vive di turismo. Quattro case sparse ai due lati di una strada di sassi polverosa. Spazzata da un vento che si ferma solo a tratti brevi. La prima notte non sono riuscita a dormire, e sentivo il soffio del vento e l´abbaiare dei cani randagi, che in Sud America non mancano mai. Neanche nella steppa della Patagonia.

Il Fitz Roy é veramente l´immagine della montagna incantata. Qualcosa a metá strada tra questo mondo ed un altro. Starebbe bene sulla copertina di un disco dei Led Zeppelin.

Tuesday 27 March 2007

Meravigliosa Patagonia

Il nostro viaggio verso il Sud prosegue. Attraverso San Martin de los Andes, Bariloche ed ora El Chalten.
Di San Martin de los Andes avró un ricordo terribile, per motivi che non sto a raccontarvi qui sul blog. Pero é un bel villaggio sui bordi di un lago e ai piedi delle Ande. Le case di costruzione Svizzera rendono l´atmosfera molto europea. Tanti negozietti e cioccolaterie varie, viali di rose e casette di legno. Insomma una favola.
Pero la favola di San Martin non regge il confronto con Bariloche. Le foto vi incanteranno... quando riusciro´a scaricarle.
Abbiamo camminato in una foresta di pini lungo il lago, e poi in cima al Cerro Otto, da dove si vedevano panoramiche strappafiato, per poi riscendere giu su una seggiovia. Prima pero abbiamo bevuto una birra nella Confiteria. Un risorante di forma circolare che ruota su se stesso e ti permette di vedere il panorama a 360 gradi. Spettacolare.
Il sole ed il caldo nonostante qui sia autunno hanno certamente contribuito alla piacevole esperienza.

Da Bariloche stiamo proseguendo verso il sud della Patagonia, lungo la Ruta 40. Ieri 12 ore di pullman con fermata a Perito Moreno. Mi sarebbe piaciuto fare l´escursione al ghiacciaio Perito Moreno, ma era troppo costoso. Conserviamo i soldi per El Calafate.

Oggi abbiamo fatto un altra giornata in pullman, attraverso la steppa ed i paesaggi desolati dell´estremo sud del mondo. Abbiamo visto struzzi in corsa ed anche un armadillo.
Ma i paesaggi piu che descrivere le cartine geografiche descrivono il mondo interiore di chi li guarda. E qui in Patagonia é vero piu che mai.

Adesso vi faccio ridere. Ci siamo fermati ad una pompa di benzina-bar nel mezzo del nulla. Dietro la casa c´erano due guanaco (stessa famiglia dei lama e vicuña). Ci siamo avvicinati per fotografarli. Poi io come al solito mi sono avvicinata perche volevo accarezzarli. Uno mi ha guardato con gli occhietti dolci. Pero poi ha cominciato a venire verso di me con una certa baldanzositá. Tanto che io mi sono un po spaventata e ho cominciato a dietreggiare.... Il dietreggio é diventato corsa. Ed il guanaco mi ha corso dietro e mi ha tirato un calcio. Tutti a ridere ovviamente. Ma era un calcio gentile. Non mi ha fatto male. Ha fatto solo morir dal ridere tutto il pullman.

Tuesday 20 March 2007

Vigneti ai piedi delle Ande

Siamo ancora nella regione di Mendoza, adesso nella piccola cittadina di San Rafael.
Il tour del vino in Mendoza é stato molto interessante. Il genere di cose che sarebbe piaciuto molto a papá.
Prima abbiamo visitato una cantina fondata nel 1856, che in seguito fu acquistata da un tedesco ed infatti si chiama Weinart. La struttura originaria é stata preservata. Alcune delle botti di quercia hanno 100 anni. La macchina per l´imbottigliamento che usano é una macchina italiana.
Il vino prodotto é soprattutto Malbec. La signorina ci ha poi mostrato una collezione di vino del 1977. L´anno in cui é nato Michiel. Cosi lui si é fatto tentare e ne ha comprato una bottiglia da stappare nel giorno del suo 30esimo compleanno. Un altra cosa che si aggiunge ai bagagli da portarci dietro...
Nella seconda cantina che abbiamo visitato, Cecchin la signorina non parlava inglese e quindi mi sono offerta di fare da interprete per tutti quelli che non capivano lo Spagnolo. Ci ha portato prima a vedere le vigne e ci ha spiegato che la coltivazione é completamente biologica, senza uso di nessun tipo di pesticidi e nessun tipo di macchina. Anche l´uva é raccolta a mano e senza utilizzare nessun tipo di macchina. L´unico prodotto che usano é lo zolfo, e per concime usano il letame di mulo o un residuo della vendemmia che si ottiene con i semi ed i rami. La loro é una produzione di scala minore. Si puo notare anche dalle dimensioni delle botti. L´imbottigliamento é fatto totalmente a mano.
Il vino era ottimo. Infatti ne ho comprato una bottiglia a prezzi stracciati.
Ieri in San Rafael abbiamo affittato delle bici e siamo andati un pó in esplorazione. Sotto il solleone. Qui siamo tra le Ande e la Pampa argentina, quindi nessuna brezza dalla costa. Infatti il caldo secco supera i 30 gradi nonostante siamo all´inizio dell´autunno.
La cittadina é circondata dalle distese enormi dei vigneti. Ed il sistema di irrigazione utilizza le acque provenienti dal disgelo delle vette delle Ande. Dove in inverno si attivano diverse stazioni sciistiche. Durante il viaggio tra Cile ed Argentina, quanto abbiamo attraversato le Ande si potevano notare le seggiovie ed i complessi turistici vuoti.
Stasera prendiamo un altro pullman (c´era a disposizione solo il notturno) e viaggiamo verso sud. In mattinata arriveremo in un posto che si chiama Neuquen. Stiamo cercando di intervallare il viaggio verso sud, perche sono delle distanze enormi. Ad esempio il viaggio diretto da qui a Bariloche sarebbe durato 22 ore. E non era cosa. In questo modo lo speziamo in due trance ( si scrive cosí?)
Questo significa che stamattina abbiamo dovuto lasciare la stanza d´albergo alle 10 e adesso dobbiamo aspettare fino alle 11 di stasera per partire. Questo lascia un intera giornata di tempo da ammazzare.
Per consolazione questa volta sono riuscita a scaricare le foto che mancavano al blog.
Benedetti gli internet caffé perché cosi abbiamo un modo per passare il tempo. Ma é un po troppo da passare qui al computer. Per me. Perché ovviamente Michiel non ha nulla da obiettare ed ha passato gia mezza giornata a giocare alla guerra.

E da voi la Primavera é arrivata?
Mamma sono fioriti i tulipani e gli altri bulbi che ti avevo dato?
Noi invece qui andiamo incontro all´autunno e al freddo della Patagonia.

Monday 19 March 2007

Mendoza Malbec Sideways


In Mendoza after the hard time finding accomodation. After the long ride from Valparaiso, through the Andes and through the beautifull landscape of infinite vineyards crowned by the Andes we found our place in a cramped hostel. We spent a whole morning looking for one room, under the rain and with the backpacks on and all the taxis not stopping to our call. We went for a Bodegas tour. That is to a wineries tour, to see how the most important wine of Argentina is produced. First to an old bodega that dates back to 1958 and was at some point bought by some Germans. Infact is called Weinart. They had a private collection of Malbec wine from 1977. Which is supposed to have been a particularly good harvest. That’s the same age of Michiel so he was tempted into buying a bottle of that wine. To see how does a wine that is as hold as Michiel taste. He will be opening that bottle on his 30th birthday!
At the second winery Cecchin , the guide didn’t speak any English so I volunteered to be the interpreter for the many people on the tour who didn’t speak Spanish. Lots of dates and details to remember but that was fun.
We finished off the day by going to a Parilla restaurant and eating our first Argentinean stake, which was way too big, but very nice indeed. We were screwed on "la cuenta" by a guy that first pretended to be real nice and friendly and told me all about his family, when I told him that I was Italian. So that teaches me.... next time someone asks I will pretend I am from New Zealand!

Saturday 17 March 2007

Mendoza - Argentina




Cosi finalmente siamo in Argentina. Dal Cile abbiamo riattraversato un passo sulle Ande per poi passare ai vigneti ai piedi delle montagne che annunciano la provincia di Mendoza. La cittá del vino. E non ci sono dubbi. Per chilometri lungo il tragitto non si vedeva altro che le file armoniose e precise delle vigne.
Mendoza é una bella cittadina dai viali alberati, dai molti parchi e dai molti caffé. Sembra quasi di essere in Italia. Si sente molto la presenza italiana, con bar e ristoranti dai nomi inconfondibilmente italiani.
Siamo capitati qui proprio durante il periodo della vendemmia. Che significa che i prezzi sono piu alti e che é difficile trovare posto negli ostelli.
Infatti ieri abbiamo passato la mattinata con lo zaino in spalla a cercare un alloggio dai prezzi abbordabili.... Sotto la pioggia, con i taxi che non si fermavano, insomma non esattamente un divertimento.
Oggi pomeriggio andiamo a visitare alcune bodegas, dove potremo vedere come fanno il vino.

P.S. Ennesimo punto internet dove non posso scaricare le foto, che rabbia!

Wednesday 14 March 2007

La Cittá del Poeta







Nell´ultimo giorno di permanenza a La Serena siamo andati in escursione alla Isla Damas, dove abbiamo potuto ammirare i pinguini di Hunbolt, i pellicani ed altre specie di uccelli marini. Le colonie di leoni marini e foche mi hanno colpito per l´odore pungente della loro cacca che non si sente quando si vedono i documentari.
I pinguini se ne stavano fermi immobili a godersi il sole, alcuni stavano cambiando il pelo e la guida ci ha spiegato che la loro principale causa di morte sono gli attacchi cardiaci. A quanto pare hanno un cuore molto delicato, cosi siamo stati in silenzio e abbiamo fatto meno rumore possibile per non spaventarli.
Al ritorno in barca abbiamo avuto la fortuna di essere accostati da un gruppo di delfini che si sono esibiti in tuffi e salti e spruzzi.
Meravigliosi, sembravano davvero salutarci e voler attirare la nostra attenzione.
Ora siamo in Valparaiso, la cittá di Pablo Neruda. La citta si sviluppa in colline, chiamate Cerros, che danno su quello che una volta era il principale porto dell´America del Sud. Nel centro storico si possono ancora vedere i pomposi edifici del primo centro bancario del Sudamerica.
Con la costruzione dello stretto di Panama e di altri importanti porti Valparaiso ha perduto la sua preminenza economica. E sono rimasti i palazzi abbandonati e gli stucchi dell´inizio del Novecento si vedono appena sotto la ruggine e la sporcizia degli anni del declino.
Ciononostante la citta vibra di colori e di vita, infatti é la capitale culturale del Cile. C´é un museo a cielo aperto, dove insieme ai murales di importanti artisti si possono odorare le cacche dei molti cani randagi, anche loro abitanti della cittá. Ci sono molti studenti universitari e soprattutto si sente la presenza di artisti che hanno dato colore alle loro case povere ma belle.
Oggi sono stata a visitare La Sebastiana, la casa dove abitó Pablo Neruda. Da lassu si vede il panorama sbilenco della cittá ed il porto.
Nella casa del poeta c´erano foto della cittá prima e dopo il terremoto del 1906. Questa cittá é stata saccheggiata dai pirati e distrutta dai terremoti ma prosegue la sua vita con i suoi tram ed i suoi cani randagi.
Domani lasciamo il Cile e prendiamo un pullman per Mendoza, entrando cosi in Argentina.
Il ricordo che conserveró del Cile é quello della gentilezza della gente, sempre ospitale e sempre amichevole. Cosi come le storie tremende dei tempi della dittatura che ho ascoltato da Pancho, in uno degli ostelli dove siamo stati. Mi ha raccontato di dovere la sua vita ad un barista italo-argentino, che al tempo in cui lui era esule a Buenos Aires gli ha mandato a dire di non andare al suo bar abituale, dove lo aspettavano agenti segreti incaricati di ammazzarlo. Storie ordinarie durante la epoca di Pinochet. Cosi come ordinaria fu la storia di sua cugina, incinta di un marito dissidente e per questo fuggiasco. Fu violentata e torturata a tal punto da partorire le sue figlie gemelle prima del tempo. Figlie della tortura che nonostante tutto hanno sopravvissuto. E forse questo racconta un poco della gente del Cile.Della sua ostinata voglia di vivere e di guardare avanti e di dimenticare un passato che non ci si puo certo buttare alle spalle. Un murales in La Serena diceva: Nessun perdono, nessuna dimenticanza.

Thursday 8 March 2007

La Serena




Altre 7 ore di viaggio nel deserto e siamo arrivati ad un altra oasi sulla costa. Si chiama La Serena. Abbiamo trovato alloggio presso una famiglia. Oggi siamo andati al supermercato e comprato gli ingredienti per una bella carbonara. Piu tardi cucino la cena.
Qui in Cile sembra di essere ritornati in Europa. Camminando per strada ho notato tutte le cose a cui siamo cosi abituati e non facciamo caso. I semafori. Le vetrine dei negozi ed i centri commerciali. Un supermercato enorme.
Nessun bambino di nove anni a lustrare le scarpe e nessuna fogna a cielo aperto.
Nessun vecchietto a vendere cose invendibili.
Mi chiedo quanto sia costato ai Cileni avere l´appoggio degli americani. Un bel Pinochet in cambio di strade asfaltate e centri commerciali. Ci avranno guadagnato? Bisognerebbe chiederlo agli esuli o a quelli che sono stati vittima di torture ed ogni sorta di porcheria, quelle che sono accettabili se il dittatore sta bene ai cugini a stelle e strisce.
Nelle lunghe ore passate in viaggio nel deserto di Atacama mi sono resa conto di quanto sia stato facile per i Cileni rubare questo pezzo di territorio immenso alla Bolivia. Che tipo di guerra avranno combattuto nel sole spietato e su un territorio dove non si puo distinguere nulla, tra una roccia e un altra, tra un banco di sabbia e una montagna di pietre? Ci saranno state attese interminabili prima degli attacchi. Mi ha fatto pensare al Deserto dei Tartari, di Buzzati.

Wednesday 7 March 2007

Nel deserto
















Da Sucre siamo andati ad Uyuni, dove abbiamo fatto un tour di 3 giorni per vedere le ultime meraviglie della Bolivia prima di passare al Cile. Il salar di Uyuni é la distesa di sale piu grande del mondo. Abbiamo camminato per ore in jeep senza vedere altro che la distesa di sale, in alcuni punti anche le montagne all´orizzonte sparivano e non c´era altro che il bianco accecante del sale. Abbiamo visitato un hotel fatto completamente di sale, anche i letti e i tavoli erano fatti di sale.
Ci siamo fermati alla isola del pescado, che si chiama cosi perche apparentemente ha la forma di un pesce. Ma la cosa notevole dell´isola sono i cactus alti dei metri, enormi, bellissimi. Il giorno successivo abbiamo visto la laguna colorada, cosidetta perche le alghe al suo interno colorano le acque di verde, giallo e bianco e ci sono i fenicotteri rosa a nutrirsi di queste alghe. Quella notte c´era un eclissi di luna, che abbiamo potuto vedere benissimo perche non c´erano nuvole. Dopo l´eclisse il cielo si é illuminato per la luna piena e in distanza si poteva vedere il salar risplendere della luce pallida della luna. La sveglia quella notte era alle 4 per andare a vedere i geizers a 5000 mila metri nel deserto della Bolivia. Impressionante la forza dello zolfo che veniva fuori dalla terra quando ancora, a quell´ora la luna risplendeva in alto e le pozze bianche che ribollivano mi hanno fatto pensare all´inferno di Dante.
All´alba ci siamo fermati ad una terma naturale, dove i nordici ovviamente hanno avuto lo stomaco di spogliarsi e di fare il bagno nell´acqua calda. Io avevo i piedi e le mani congelate e persino Michiel non si é fatto tentare.
Come ultima cosa abbiamo visto la laguna verde con alle spalle un vulcano che per metá appartiene alla Bolivia e per l´altra metá é cileno. Abbiamo infine preso il pulmino che ci ha portato al confine e dopo le formalitá della dogana siamo arrivati a San Pedro de Atacama. Un piccolissimo villaggio nel cuore del Deserto di Atacama, una oasi per i cileni ma soprattutto per i turisti, come si puo notare dai prezzi. Ci siamo fermati una notte e abbiamo condiviso la stanza con Carolina, una ragazza cilena che avevamo conosciuto durante il tour del salar. Carolina vive a La Serena, dove andremo domani cosi la reincontriamo e ci mostrera un po la sua citta.
Nel frattempo abbiamo viaggiato altri due giorni nel nulla del deserto. Ci siamo fermati un giorno ad Antofagasta e ieri siamo arrivati a Caldera, un altra piccola cittadina sulla costa. Oggi abbiamo passato il pomeriggio sulla spiaggia bianca della Bahia Inglesa. Se chiudevo gli occhi sulla spiaggia mi sentivo come una tedesca in vacanza in Italia a Novembre. L´acqua era gelida, il sole caldo ma non come ci si aspetterebbe nel mezzo del deserto e la siaggia bianchissima era quasi deserta.
Il Cile, come avevamo previsto, é molto piu costoso del Peru e della Bolivia. In compenso é ovviamente un paese molto piu ricco. Qui non ci sono le donne vestite con abiti tradizionali e non si vedono bambini elemosinare o lustrare scarpe per qualche spicciolo. I pullman non puzzano di gallina e la strada nel deserto é asfaltata.
Dopo La Serena siamo diretti per Valparaiso e poi Santiago. E da Santiago credo che prenderemo un pullman per Mendoza (Argentina) per cercare rifugio economico. Credo che per forza di cose il viaggio verso la Patagonia dovrá proseguire in territorio Argentino, perche altrimenti il Cile dissanguerebbe le nostre risorse finanziarie.
I cileni sono molto ospitali. Qui anche il tassista quando ti saluta ti dice: Que te vaya bien!
Ed in un bar una signora per salutarci ha invocato la benedizione di Dios.

P.S. Purtroppo questo pc non mi fa scaricare le foto...