Wednesday, 31 January 2007

El Condor Pasa




Siamo arrivati ad Arequipa dopo un altro lungo viaggio su di un "chicken bus" con la solita storia della puzza di galline. I campesinos che salivano e stavano in piedi per un viaggio di ore per poi scendere nel bel mezzo del nulla. Il Peru é una terra indescrivibile. Il paesaggio é una cosa incontenibile che sulle foto non ci sta. Viaggiando qui nel sud é come guardare un film western al rallentatore e senza personaggi senza storie. Solo la scenografia. Siamo passati dal paesaggio andino di Cusco al plateau e al deserto, in fondo al quale si intravedeva il vulcano Misti, ad oltre 5000 metri di altitudine sullo sfondo di Arequipa. Al deserto si alternava un paesaggio brullo che sembrava la brughiera di Charlotte Bronte. Solo che qui non ci sono le pecore scozzesi ma i colli lunghi dei lama, degli alpaca e, piu di rado dei vicuñas. Sono i tre tipi di cammello sudamericano che fanno tuttuno con il paesaggio e con la storia dei popoli che hanno abitato il Peru da tempo inmemore,prima degli Inca e molto prima dell´arrivo degli spagnoli. Non mi sorprende che quando Francisco Pizarro e la sua ciurma arrivarono qui rimanevano stupiti dalla abilita dei "selvaggi" di allevare questi animali, e si ricordavano un po delle pecore Merinos della loro Spagna.
E altrettanta ammirazione é ispirata al vedere i campi coltivati sui terreni piu inpervi. Delle volte a ridosso di una montagna, in pendenza si vede un campo di spighe o di verdure e allora si capiscono le schiene curve dei vecchi e delle donne che ogni tanto salgono sul pullman.
E poi diventa una delusione arrivare ad Arequipa, la citta bianca di cui tutti ci avevano parlato come di una bella citta. Ma non possiamo non notare la fatiscenza delle baracche della periferia, le case eternamente in costruzione, file e file di aborti di case, e poi le ville coloniali del centro, quelle costruite qui dagli Spagnoli e che sono state tramandate di generazione in generazione e mai spartite con i "mestizo".
E allora dopo un giorno volevamo scappare dalla citta perche gia ci mancava il paesaggio che c´é fuori e siamo andati a fare un altro trekking, o dovrei dire una escursione di tre giorni nel Colca Canyon. Ci siamo fatti convincere dalla señorita dell´agenzia Quechua, che ci ha detto cher sarebbe stata una passeggiata e che il cammino non era molto ripido. Altre quattro ore di pullman per arrivare a Chivay, che é il primo villaggio del canyon. Qui nella regione di Arequipa cambia il costume tradizionale delle donne. Un vestito ottocentesco che fa pensare ai "vinti" di Verga. Con il cappello fiorito e di cotone, non piu di panno, perche qui fa caldo anche adesso che é la stagione della pioggia.
Il gruppo era formato da due ragazze canadesi, una francese, una colombiana, un portoghese ed un francese. Da Chivay altro pullman a Cabanaconde dove cominciava il cammino. Il primo giorno siamo scesi dalla cima del canyon al fondo, attraversato un ponte di quelli volanti sul fiume e poi siamo risaliti verso una casa dove siamo rimasti per la notte. Secondo giorno siamo scesi ulteriormente verso una oasi verde, dove c´era una piscina ed abbiamo pranzato li. Michiel ha fatto anche il bagno. Poi il bello é arrivato nel pomeriggio a risalire la montagna. 1000 metri tutti di salita ripida, non vi dico i mortacci che ho buttato dietro alla tizia dell´agenzia. Insomma molto peggio dell´Inca Trail. Ci abbiamo messo 3 ore e quando siamo arrivati in cima stava diventando gia buio. Al villaggio ci ha accompagnato una signora che vendeva barrette di cioccolata e coca cola provvidenziali a circa un terzo della salita. Siamo ritornati al villaggio camminando alla luce della luna, che per fortuna era quasi piena, attraversando i campi di mais.
Ohhhh che bello alla fine togliere i piedi dalle scarpe e finalmente sedersi. Abbiamo dormito come ghiri, e poi la sveglia alle 5 e mezza del mattino per prendere il primo pullman per Cruz del Condor. Li abbiamo pazientato e aspettato un ora e poi d´improvviso le star si sono concesse. Li abbiamo visti arrivare da lontano, che sembravano dei puntini neri nell´enormitá del canyon. Ed io che dicevo a Michiel che sarebbe stato troppo chiedere che si avvicinassero e sorvolassero sulle nostre teste. Ed all´improvviso l´urlo di ammirazione della folla di turisti con le macchine fotografiche alla mano. E sono passati proprio sulle nostre teste. Ignorandoci bellamente. Erano in quattro o cinque, e poi si sono fermati su una roccia del Canyon. Troppo lontani per un primo piano. Maestosi, enormi, non sembravano fare alcuno sforzo a volare.
Dopo lo spettacolo spezzafiato siamo ritornati a Chivay e siamo andati ai bagni termali di La Calera, dove ci siamo inzuppati ben bene per due ore nell´acqua solforosa della piscina con il paesaggio del canyon a fare da sfondo, prima di ritornare ad Arequipa.

Tuesday, 23 January 2007

Arrivo a Machu Picchu camminando sopra le nuvole


Si, i nostri eroi ci sono riusciti. Il Camino Inca é andato benissimo ovvero ce l´abbiamo fatta, sudando quattro camicie, una per ogni giorno di cammino.
Non ci crederete ma per me la parte piu difficile non é stata salire ai 4.200 mt di altitudine. Il casino é stato a scendere. Il percorso é tutto ricoperto di pietre che risalgono agli Inca, che hanno costruito 4 strade principali attraverso il Peru, e che portano ai 4 diversi punti cardinali. Si tratta soprattutto di scale, ovviamente molto irregolari, e di qui la difficolta´a scenderle. Immaginatevi a scendere scale giu per la montagna per 6 ore di fila!
Il Camino Inca consiste nel percorrere la strada che porta da Cusco a Machu Picchu. Il gruppo non era numeroso come mi ero aspettata. Eravamo 6 in tutto : due Canadesi di Montreal, padre e figlio, e una coppia di Olandesi. Ma il grosso era costituito dai 10 portatori, che portano a spalla tutto l´equipaggiamento, tende cibo ecc. piu il cuoco e la guida.
Devo dire che tutto é reso possibile dal duro lavoro dei portatori, che trasportano un peso di 25 o 30 chili su per la montagna, e che pur non avendo scarpe da trecking corrono come dei pazzi a quell´altitudine, incredibile a vedersi. Stando alle informazioni che siamo riusciti a scucire alla guida, un portatore guadagna 140 soles per 4 giorni di lavoro. ( Tenete presente che un turista paga un minimo di 300 dollari a testa per fare l´Inca Trail, ovviamente i prezzi variano a seconda dell´operatore). E la cosa incredibile é che fanno il loro lavoro con un sorriso, e con tanta premura verso gli ospiti. Se di notte pioveva, venivano a controllare che non ci fossero perdite d´acqua intorno alla tenda, e che le nostre scarpe fossero al riparo.Quando arrivavamo a destinazione, ad ogni tappa trovavamo le tende pronte ed il cibo in tavola. Pranzo, cena, pausa té delle cinque piu te o caffe caldo la mattina, che ci portavano fino in tenda per darci la sveglia (alle 5 o alle 4 del mattino).
Il giorno piu duro é stato il secondo, quando siamo passati dai 3000 del nostro primo accampamento ai 4200 metri della montagna di Runkucaray. Ci abbiamo messo circa 6 ore. Ma non vi dico la soddisfazione quando si arriva su in cima. Ad un certo punto si attraversano le nuvole e piu si sale piu le nuvole si diradano e poi da su si vede solo in parte la valle, perche da li si vedono quasi solo le nuvole. Abbiamo seguito il consiglio della guida di non fermarci, e soprattutto non sederci, ma continuare a camminare anche se lentamente. Una volta in cima abbiamo avuto giusto il tempo per una foto di gruppo, mangiare una barra di cioccolata e poi cominciare a scendere, perche li faceva piuttosto freddino...
Michiel trasportava anche il mio sacco a pelo e il mio materassino, quindi io ho dovuto portare giusto le cose essenziali.
La parte che mi é piaciuta dippiu é stata la prima metá del terzo giorno, perche il cammino non era tanto ripido e siamo passati da un paesaggio alpino, ma dovrei dire andino, ad un ambiente tropicale. C´erano tantissime farfalle, orchidee e cactus diversi, in alcuni punti la strada era poco piu di un insenatura nella roccia, veramente indimenticabile. Poi é cominciata la discesa, e li é cominciato il male alle ginocchia e ai piedi. Questo anche perche il terzo giorno si percorre la distanza piu lunga, circa 16 chilometri. Cmq siamo arrivati a destinazione e dopo una doccia calda e il pranzo abbiamo avuto tutto il resto del pomeriggio per riposarci.
La terza notte ha piovuto quasi tutto il tempo. Il rumore della pioggia sulla tenda, insieme a quello metallico del verso dei rospi, concilia il sonno ma poi all´improvviso qualcosa di inquietante é arrivato a turbare i nostri sonni pesanti. Nel mezzo della notte il vecchio canadese ha avuto un incubo ed ha iniziato a gridare. E´stato un grido disumano che ha squarciato il silenzio della notte ed il riposo di noi tutti. Da li in avanti, erano circa le due, é stato difficile riprendere sonno. E cmq l´ultimo giorno la sveglia era alle quattro.
Ci siamo alzati e fatto colazione al buio, poi ci siamo incamminati verso il cancello che si apre sull´ultimo tratto del Camino, quello che porta a Machu Picchu. Eravamo quasi i primi nella lunga fila di gruppi che aspettavano l´apertura del cancello. Poi verso le 5 e mezza é arrivata l´alba e come un direttore di orchestra ha dato l´avvio ai grilli che hanno cominciato tutti insieme a salutare il nuovo giorno. Abbiamo salito sulla montagna per circa un ora per raggiungere l´Inti Punku, ovvero la Porta del Sole. Ci siamo affrettati perche volevamo vedere i primi raggi del sole passare attraverso la Porta ed illuminare Machu Picchu dall´alto. Ma il tempo non ha giocato a nostro favore e tutto quello che abbiamo pouto vedere erano nuvole fitte a circondare l´ombra di due montagne. A quel punto poi abbiamo cominciato a scendere verso la destinazione finale. Abbiamo incontrato due lama per strada, ed io ne ho approfittato per affondare la mano in quella nuvola fitta di lana. Michiel era pronto con la macchina fotografica ed in fondo in fondo si sarebbe divertito se il lama si fosse voltato e mi avesse sputato addosso, ma nulla di tutto questo é successo, e dopo la foto abbiamo continuato il nostro cammino. Il paesaggio era coperto da una fitta foschia, la strada era fangosa e la vegetazione intorno molto insolita. Tanto che ad un certo punto mi é venuto di chiedere a Michiel-Frodo, se avesse ancora l´anello...
Ad un tratto la guida, che si chiama Angel,ci ha chiamato per darci i biglietti di ingresso a Machu Picchu e cosi mi sono accorta che eravamo arrivati. Difficile a dirsi visto che le nuvole coprivano tutto e si riusciva a malapena ad indovinare la sagoma della montagna dietro le nuvole.In realtá Machu Picchu non é il nome della cittá Inca ma il nome della montagna che gli sta difronte, che per gli Inca era considerata sacra.Il tour con la guida é stato una lunga doccia, visto che a quel punto la pioggia ha cominciato ad essere piu insistente. Anche se in un certo senso dobbiamo ritenerci fortunati visto che ha cominciato a piovere l´ultimo giorno e non durante tutto il cammino. Peccato peró per le foto, che sono poche visto che ad un certo punto l´aria era cosi satura di umiditá che ho pensato fosse meglio tenere la macchina in una busta di plastica per non rovinarla.Erano appena le 9 e mezza del mattino ed il nostro tour era gia finito. Nel frattempo il sito si stava affollando di turisti che arrivavano in treno o in pullman. Ci é capitato di guardarli con una certa snobberia. C´era una sensazione di solidarietá con gli altri gruppi che come noi avevano fatto il cammino. Era inevitabile cadere nella tentazione di pensare che per le persone che arrivavano in treno (turistico, dove i cittadini Peruviani non possono salire) e facevano il giro delle rovine riuscivano a percepire solo in minima parte tutto quello che per noi era stata una sudata conquista dopo quattro giorni a ritroso nel tempo lungo la strada degli Inca.Per la stragrande maggioranza dei turisti Machu Picchu é una gita di un giorno, passata a scattare foto della misteriosa cittá Inca.Per noi invece non aveva piu importanza scattare foto, quasi impossibile per via della pioggia, e un pó tutti noi del gruppo ad un certo punto abbiamo capito che il nostro ricordo di Machu Picchu sarebbe stato nel percorso che lo aveva preceduto e non nell´immagine-feticcio che tante volte abbiamo visto sulle cartoline. Insomma nel viaggio e non nell´arrivo a destinazione.

Thursday, 18 January 2007

Preparazione per il " Camino Inka"

No non ho sbagliato a scriverlo. In Spagnolo si scrive con una sola m. Dunque ci stiamo abituando all´altitudine e per la verita´non abbiamo piu sofferto i sintomi che avevamo avuto a Huancayo. Probabilmente perché siamo saliti gradualmente fino ai 3000 e passa metri di altitudine di Cusco. Il primo giorno abbiamo visitato Santo Domingo ovvero Qoricancha ( il tempio del Sole), ed é stata una visita molto interessante perché a parte la struttura del tempio Inka che rimane all´interno del chiosco (spero si scriva cosi) c´erano varie altre illustrazioni sul sistema religioso degli Inka. Ad esempio c´erano delle riproduzioni dei loro calendari, uno religioso e l´altro agricolo, divisi in 12 mesi come il nostro calendario. In cui venivano descritte le varie pratiche associate a ciascun mese. Inclusi i riti di sacrificio. Venivano sacrificati soprattutto i lamas maschi e in certe circostanze una bella bambina o un bambino. A volte il rito consisteva nel seppellire viva la bambina prescelta. Ma sembra che questi sacrifici fossero molto piu limitati nel numero rispetto a quanto accadeva con gli Aztechi ed i Maya in Messico.
Altra cosa curiosa sono i quadri della cosiddetta Scuola di Cusco. Il quadro piu interessante é quello che rappresenta Pizzarro e i preti Domenicani al loro incontro con Athaualpa, il capo Inka. Ma anche gli altri quadri che rappresentano i soggetti sacri della cristianitá avevano dei particolari che rivelavano le tradizioni Inka a cui appartenevano i pittori meticci ( denominati come Scuola di Cusco). Ad esempio la Madonna é sempre accompagnata dal simbolo della luna mentre Cristo ha sempre un aureola fatta di raggi, come i raggi del sole, a rappresentare il dio Sole degli Inka. Questo perche nella religione Inka Dio ha mandato sulla terra i suoi due figli, Manco Capac e Mama Ocllo, fratelli e sorelle ma anche marito e moglie. Altro particolare della civilta Inka é il fatto che ci si sposava tra consanguinei. Non per scelta ma per imposizione della legge Inka.
Un altro esempio famoso é l´ultima cena, in cui sul tavolo sono chiaramente rappresentati i cibi tipici del Peru, come il cuy (porcellino d'india) oppure la carne di lama, ed altri frutti tropicali come il mango.
Il secondo giorno invece siamo andati a fare una lunga camminata per i resti archeologici che si trovano sulle montagne che circondano Cusco, una camminata di cinque ore per prepararci all´altro "Camino". Questa volta senza malesseri, anche se a salire viene sempre il fiatone.
Dunque il prossimo aggiornamento sará tra 5 giorni, dopo che abbiamo compiuto l´impresa...

P.S. Peccato che questo computer non legge la mia macchina fotografica perche volevo aggiungere varie foto di me con i lama e le donne con i vestiti tipici. Prossimamente....

Tuesday, 16 January 2007

Finalmente a Cusco

Dopo 4 giorni in totale di pullman (intervallati da fermate nei posti di cui sopra) ieri sera siamo arrivati a Cusco. Anche noi ormai avevamo addosso l´odore delle galline e quando ho fatto la doccia ho recuperato 5 anni.
Sicuramente arrivare a Cusco gradualmente ha aiutato il nostro corpo ad adattarsi gradualmente all´altitudine. Infatti non abbiamo fino ad ora sentito alcun sintomo. Stamattina c´é il sole ma riscalda relativamente.Abbiamo fatto una colazione ricchissima, con frutta yogurt granola, piu pane con burro e marmellata caffe´e succo d´arancia. Il tutto per la misera somma di 8 sol. Adesso ho un po freddino ma dovro´aspettare fino ad oggi pomeriggio per recuperare la mia felpa di pile perche´ovviamente ieri sera abbiamo portato tutto in lavanderia.
Abbiamo tre giorni per visitare le varie rovine Inka che sono sparse un po per tutta la citta´. Peccato che la maggior parte sono state distrutte all´arrivo di Pizzarro e sopra ci sono state edificate diverse chiese, come la cattedrale. Oggi vorrei andare a vedere il monastero di San Domingo che é stato costruito sul pre-esistente tempio del Sole e a quanto pare si possono vedere ancora i resti della costruzione precedente. Poi altra tappa sara´il Museo di arte precolombina.
E poi ci aspetta l´Inka Trail...

Saturday, 13 January 2007

Lima- Huancayo-Ayacucho sulla strada (spettacolare e tremenda) per Cusco


A Lima siamo rimasti 5 giorni (troppi) perché dovevamo andare all´ambasciata Olandese. Ne é valsa la pena perché Michiel non solo ha potuto fare la richiesta del nuovo passaporto ma puo anche andarlo a ritire al consolato di Cusco. Cosi non dobbiamo ritornare a Lima per colpa del passaporto. Efficienza del corpo diplomatico olandese! Mi sono chiesta quante bestemmie avrei dovuto sprecare se fosse capitato a me…
Da Lima siamo andati a Huancayo, un posto sulle Ande a 3.217 Metri di altitudine sopra il livello del mare. Il viaggio in pullman é durato circa 10 ore e ci ha portati alla valle del Montaro. Stanchi e “strutti” siamo andati ad un B&B raccomandato dalla mia guida. Dove una coppia di anziani signori ci ha accolto con grandissima gentilezza e ospitalitá. Lei aveva 65 anni ed il marito 71. Ma il marito in realta piu che un anziano signore é un folletto delle montagne. Come abbiamo scoperto due giorni dopo, quando siamo andati a fare un escursione con lui ai piedi di un ghiacciaio a 4.200 metri di altitudine.Io e Michiel avevamo il fiatone, il cuore a mille ed il mal di testa dovuto all´altitudine, ma lui ci aspettava paziente, visto che per lui era una normale gita di montagna, poco piu di una passeggiata.Come potrete vedere da una delle foto, che sto cercando di caricare, per arrivare al punto di partenza del cammino abbiamo preso un passaggio da un camion. Arrivati alla laguna di Carhuaccocha, le foto del lago, a piu di 4.200 metri i sintomi dell´altura sono diventati piu evidenti e quindi abbiamo deciso di ritornare.Ci siamo fermati in un rifugio, che é la casa di una famiglia che prepara da cucinare e offre da bere il te fatto con foglie di coca, che non é una droga, ma semplicemente usato come erba medicinale per combattere i malesseri dovuti all´altitudine. Sará che fuori pioveva e faceva freddo ed eravamo stanchi, comunque io appena ho bevuto il te mi sono sentita subito meglio, il mal di testa e la nausea sono spariti ed a seguire la signora ci ha servito una trota fritta, pescata fresca dal lago e patate bollite. E pensare che a me la trota non é mai piaciuta ma quella era saporitissima...Mentre ero li che scorpacciavo la mia bella trota mi sono accorta che dal davanzale della finestra, da una scatola di gallette (dico i biscotti) gli occhi cavi di un teschio mi guardavano. Non poteva non essere un teschio umano, e cosi ho chiesto alla nostra guida, che mi ha confermato che doveva essere qualche parente della signora. Insomma piu di 500 anni di conquistacolonizzazionecristianizzazione sembrano aver cambiato ben poco le tradizioni che ancora si osservano nei remoti villaggi andini.
Abbiamo finito la nostra trota e ci siamo rimessi in viaggio. Sará stata la trota, sará stato il mate di coca ma a scendere siamo andati una bellezza.Il giorno dopo abbiamo salutato i folletti di Peru Andino ( cosi si chiamava il B&B) ed abbiamo preso un altro pullman verso Ayacucho, proseguendo lungo la strada per Cusco.Il viaggio é durato 10 ore, su una strada non asfaltata che é poco piu di un graffio sul lato della catena montuosa, come potrete vedere da una delle foto. I paesaggi sono spettacolari pero se siete deboli di cuore vi consiglio l´aereo da Lima a Cusco...Sul pullman c´era di tutto. Su un sedile per due persone c´era una signora culacchiona e le sue tre figlie piu un gattino. Molti dei passeggeri si portavano dietro enormi sacchi di frutta, verdura, cassette di spighe e mi é sembrato di sentire anche il cigolio di pulcini.La gran parte sono scesi tutti sulla strada per le montagne. Scendevano dove la strada si allargava un poco e c´erano 3 o 4 case con corrispondente numero di galline, asinelli e bambini con il moccolo al naso.Le vecchiette qui in Peru sono tutte da depliant turistico, con il viso rugoso, il cappello di feltro, la gonnellina a voilant ( che si ricamano da sole con la lana di alpaca) e queste coloratissime coperte che usano legare a tracolla e che fungono da rimorchio. Dentro ci mettono di tutto,frutta, verdura, attrezzi di lavoro ma soprattutto ci mettono i bambini. Quando, dopo innumerevoli preghiere da parte mia e conforti da parte di Michiel, siamo arrivati ad Ayacucho mi sarebbe venuto di chiedere all´autista quanto gli danno di stipendio per compiere questi miracoli tutti i giorni.Oggi ci riposiamo un po in giro per Ayacucho e domani alle 6.30 di mattina prendiamo il prossimo pullman per Andahuayla ( altre 11 ore) dove passeremo solo la notte e poi altro pullman, ed altre 11 ore per arrivare a Cusco, dove il 19 cia aspetta l´Inka Trail ( quattro giorni di trekking per arrivare a Machu Picciu mivieneilfiatonesoloalpensiero). Speriamo di arrivare a Cusco per il 16 per acclimatarci all´altura che sara´di oltre 3000 metri.
Saluti dalle Ande!

Sunday, 7 January 2007

Traffico

Di Lima mi hanno colpito: il traffico rumoroso e l´inquinamento. Dopo 10 minuti a camminare per strada ci é venuta gia voglia di lasciare la citta. Ma dobbiamo restare almeno altri 2 giorni, perche l´ambasciata Olandese non é aperta il sabato e la domenic. Appena possiamo prenderemo il primo pullman disponibile e dovremo decidere se fare il tragitto interno ed andare subito sulle Ande per raggiungere un po alla volta Cusco oppure fare un pezzo di costa. Dipende molto da quanti giorni abbiamo a disposizione, quindi prima dobbiamo vedere cosa dice l´ambasciata e quanto tempo ci vorra´per avere il passaporto nuovo.
Qui ci sono tanti bambini per strada, che giocano da soli, senza la supervisione di adulti e chissa come se la passano, sono tutti bellissimi che sembrano dei bambolotti.
Per strada nel centro di Lima c´é la puzza dei tubi di scappamento + quello di piscio. Per fortuna é molto meglio a Miraflores, il quartiere dove siamo noi, perche é la zona dove sono tutti gli hotel e quella piu vicina al mare.
Siamo stati a vedere il convento dei monaci francescani, bellissima la biblioteca risalente al 17 secolo, con volumi antichissimi. Altra cosa notevole sono le catacombe che si trovano sotto il convento, l´odore pungente della polvere vecchia di secoli e delle ossa e dei teschi posizionati in disegni geometrici. Queste catacombe sono quello che rimane del cimitero piu antico di Lima e ci sono le ossa di 70.000 persone.
Gli autisti dei bus ( che sono privati e si chiamano collectivo) sono dei pazzi scatenati. A bordo c´é musica salsa a tutto volume, insomma non é esattamente come prendere un pullman in Italia o in Inghilterra.
Oggi seconda giornata di esplorazione.
Buona domenica a tutti voi!

Saturday, 6 January 2007

Lima

Ieri mattina siamo andati al consolato Olandese di Cancun, dove abbiamo scoperto che l´impiegata del consolato non sarebbe arrivata in ufficio prima delle 3 del pomeriggio (il nostro volo era alle 2.30). Per fortuna un altra impiegata ha telefonato la responsabile e le ha chiesto di venire prima visto che si trattava di un emergenza. Michiel le ha parlato al telefono e lei ci ha dato qualche speranza, ma ci ha chiesto di ritornare a Cancun centro e di farsi fare le foto del passaporto.Cosi Michiel é riuscito ad ottenere un salvacondotto di emergenza e dopo aver fatto due volte il viaggio da Cancun centro all´aeroporto siamo riusciti a partire, giusto in tempo per la partenza del volo. Abbiamo fatto scalo a Panama, molto bella vista dall´aereo, abbiamo visto anche il canale, al solito non avevo la macchina alla mano. Dovevamo aspettare altre due ore per il volo per Lima e non ci siamo accorti che a Panama l´orologio era un ora avanti, quindi stavamo tranquillamente passeggiando per l´aeroporto quando mi sono accorta che stavano annunciando il nostro volo, altro aereo quasi perso per un pelo....
Oggi siamo a Lima, tra un po usciamo ed andiamo ad esplorare questa nuova citta e questo nuovo Paese.

Friday, 5 January 2007

Ultimo giorno ( sfigato) in Messico

Oggi abbiamo passato il nostro ultimo giorno in Messico sulla spiaggia di Cancun. Abbiamo fatto il bagno nel mare turchino e abbiamo preso il sole ( Michiel si é abbronzato in un tono differente di rosso aragosta) poi siamo tornati all´ostello e Michiel ha cominciato a mettere a posto le sue cose visto che dobbiamo partire ma non ha trovato il passaporto. Lo abbiamo cercato dappertutto ma non riusciamo a trovarlo. Quindi siamo andati alla polizia per fare la denuncia.
La cosa non sarebbe cosi preoccupante se non fosse che domani abbiamo il nostro volo per Lima. Alla polizia mi sono dovuta avvalere di tutte le mie conoscenze di spagnolo per fare la denuncia, visto che l´impiegata non parlava inglese, e dopo aver pagato una tassa di 115 pesos per ricevere la dichiarazione della denuncia ci siamo ritrovati in strada a cercare un altro taxi per tornare all´ostello. Il prossimo passo é parlare con il consolato olandese ma erano gia le 9 e mezza di sera, quindi era chiuso. Io sono andata a telefonare gli ultimi due ostelli dove siamo stati nelle ultime due settimane, per vedere se lo avevano trovato o lo avevamo lasciato li, ma nessuna fortuna.
Siamo andati in un internet point per cercare l´indirizzo del consolato e abbiamo scoperto che é all´aeroporto di Cancun, quindi domani mattina andremo il prima possibile in aeroporto e vedremo cosa ci dicono.
Dubitiamo che ci siano soluzioni rapide per la perdita del passaporto. In piu il consolato non emette passaporti, stando a quanto dice il sito internet. Nella migliore delle ipotesi dovranno richiederlo all´ambasciata che si trova a Citta del Messico e sicuramente Michiel dovrá aspettare almeno una settimana per riceverlo. Dubito che sará in grado di volare, specialmente perche non si tratta di ritornare in Europa ma di volare a Lima, ed in piu dobbiamo fare scalo a Panama, quindi un casino, non vedo perche dovrebbero lasciarlo andare senza passaporto e senza visto turistico, che si trovava insieme al passaporto.
Abbiamo cercato di pensare razionalmente al problema e la soluzione piu logica é che io prendo l´aereo domani e vado a Lima e poi lo aspetto li, cosi almeno é solo il suo biglietto che dovra ricomprare e non anche il mio.
Non so, mi sento molto frustrata e incazzata. Non so se con Michiel o con la sfiga. Con Michiel perche´gli avevo gia fatto notare che il passaporto lo teneva nel borsello dove tiene gli accessori da toletta, e non mi sembrava un buon posto. Ma lui dice che lo aveva messo in una tasca dello zaino e adesso non riesce piu a trovarlo. Lo zaino lo abbiamo lasciato alla reception dell´ostello l´altro giorno, quando siamo arrivati a Cancun, perche la stanza non era ancora libera e quindi non potevamo fare il check in. E quello é l´unico momento in cui lo zaino non é stato con noi. Ma la cosa che non ha senso é che insieme al passaporto aveva le sue carte di credito ecc e anche soldi in contanti e quelli non sono stati toccati. L´altra ipotesi é che lo abbia perso. Lui non ricorda quando ha visto il passaporto per l´ultima volta, ed é difficile ricordarlo visto che fino ad ora non ci hanno mai chiesto il passaporto per il check in negli ostelli o negli hotel dove siamo stati. Insomma adesso la prospettiva é di andare in Peru domani da sola e aspettare che la situazione si risolva al piu presto e Michiel mi raggiunga a Lima.
Eccoli qui i famosi imprevisti del viaggio, di cui tanto si parla. Peccato che sia successo proprio oggi, se ce ne fossimo accorti o fosse successo prima sarebbe stato tutto piu semplice perché avremmo avuto tutto il tempo di ricevere il passaporto nuovo.
Adesso me ne vado a letto e spero di svegliarmi domani e che sia stato solo un brutto sogno...

Thursday, 4 January 2007

Feliz Anno Nuevo

Faccio ancora in tempo a fare gli auguri a tutti? Noi il 31 dopo la cena in ostello ce ne siamo andati insieme a Pete and Capella in cerca di una festa nello zocalo. Ma a Valladolid non c´era nulla, niente festa in piazza come ci avevano promesso. Cosi nello zocalo abbiamo conosciuto degli artigiani messicani anche loro delusi per la mancanza di baldoria, che per loro si traduceva in mancanza di affari, visto che non potevano vendere i loro oggetti vari di bigiotteria. Ci hanno proposto di andare a casa di uno di loro, se noi pagavamo i drinks, e cosí la festa l´abbiamo fatta noi. E´stato molto interessante parlare con loro e conoscere un po la vita di questi migranti che passano la vita a spostarsi da un posto all´altro ( Cancun, Merida, Santa Cruz) per vendere gli oggetti che costruiscono con le loro mani. Ma anche la casa del tipo che ci ha ospitato era tutta una storia a se. La strada per arrivarci un labirinto tra case, come un bunker nascosto alla fine di un corridoio interminabile. E poi la stanza con bagno era una costruzione in mattoni ( niente stucco, niente pittura, niente pavimento), per letto un materasso buttato a terra e poi al centro della stanza il tavolo di lavoro, con tutte le pietrine e i corallini vari. C´erano anche alcune borse di pelle tutte molto originali, erano piu degli oggetti d´arte che delle borse. Mi chiederete perché non te ne sei comprata una? Perché sopra c´erano o donne nude oppure funghi...
I ragazzi hanno poi cominciato a suonare le canzoni di Manu Chao con i bonghi e all' improvviso ci siamo accorti che la mezzanotte era passata da due minuti. Fuori per strada la gente dava fuoco a dei pupazzi fatti di vestiti, come degli spaventapasseri e mi hanno spiegato che quell´omino rappresenta l´anno vecchio, e poi altre cose riguardanti la magia Maya relata a quell´omino che é una specie di folletto che ha il potere di parlare agli animali e di conoscere la natura, quindi viene donato dallo sciamano solo alle persone che sono a diretto contatto con gli animali e gli alberi, come i campesinos.
Oggi siamo arrivati a Cancun, che non é male come mi aspettavo. Sara´anche perché gran parte della gente é ormai tornata dalle vacanze di Natale, quindi non é troppo affollata. Molto bella la baia, da una parte la laguna e dall`altra l´oceano. Sarebbe ancora piu bella se sulla striscia di terra che c´é in mezzo non ci fossero schiere di hotels, Mc Donalds e centri commerciali. Lontana anni luce da altri posti dove siamo stati. Ma anche questo é il Messico, ed il turismo é una risorsa importante per questo paese, quindi benvenga.
Le foto di capodanno a seguire...